martedì 11 gennaio 2011

Una piccola finestra sul mondo

Una serie di posti da visitare nel web, che io ritengo molto interessanti:

- Vi chiedete come si formi un sistema stellare? Ma perchè studiare GMm/r^2 in modo astratto quando si può assistere al procedimento di aggregazione di una nebulosa planetaria? Su Nowykurier si può, come suggeritomi da un amico.

- Ma quanto è grande l'universo? siamo grandi rispetto a un atomo, ma piccoli rispetto ad un ammasso di galassie, la natura ci permette di esplorare spazi infinitamente piccoli e infinitamente grandi. Ecco come averne un'idea.

- Qui di seguito due punti di vista diversi, questo e questo, per assistere virtualmente alla formazione di una galassia, nel rispetto delle leggi scientifiche che conosciamo oggi.

- Celestia, un software gratuito, è un planetario che tiene memoria della posizione dei corpi celesti nella nostra galassia, e delle altre galassie rispetto alla nostra. Concretizza tutte queste informazioni in una mappa stellare in cui muoversi a velocità superluminali, per poter osservare moti dei pianeti, costellazioni, sistemi binari, nebulose e un sacco di altra roba. Assolutamente da vedere!

- Ho trovato CoBliS, un color-blindness simulator, che ci mette davanti a un mondo nuovo, quello dei daltonici. Possiamo infatti, direttamente online, scegliere di vedere un'immagine, che possiamo caricare dal nostro pc, con gli occhi di diversi tipi di persone affette da questa malattia, filtrando determinate lunghezze d'onda.

- Una mappa del sistema solare in tempo reale. Carina, per sapere se quello che vediamo in cielo è GioveVenere, ma non rispetta nessuna proporzione, e l'interfaccia lascia un po' a desiderare.. o

- Un sito che ci riproduce il suono dell'elettrocardiogramma e ci mostra il famoso grafico. Possiamo impersonare brachicardia, aritmia, tachicardia, la morte con ECG piatto, agonia (?) e tante altre situazioni differenti. davvero bello.

- Come sappiamo pi greco è la costante di proporzionalità tra la circonferenza e il diametro di un dato cerchio. Ora, siccome queste due lunghezze sono incommensurabili per natura, pi greco ha infinite cifre dopo la virgola. Utilizzando un computer della madonna, sono state trovate le prime 2.000.000.000 cifre di tale costante e sono state salvate in un database. Su questo sito potete cercare un numero qualsiasi contenuto in pi greco, che sia il vostro numero di telefono o la vostra data di nascita :)

venerdì 7 gennaio 2011

però - 2

Ancorandomi al tema delle percezioni, faccio riferimento al famoso effetto placebo. Tale fenomeno consiste, in soldoni, nell'ingannare un paziente fornendogli un medicinale fittizio e innoquo, per provocare una sorta di semi-guarigione psico-somatica nell'organismo del paziente. Altri effetti, poi, come il rapporto con il medico ed il tipo di malore, possono incrementare o diminuire l'effetto finale della terapia (fino addirittura ad indurre un effetto contrario di nocebo)

il rapporto col paziente è determinante
Chi non ha mai visto Space Jam? il film in cui Michael Jordan viene catapultato nel mondo dei cartoni animati della Warner Bros, quello in cui viene combattuta (proprio combattuta) una partita di basket contro gli schiavisti alieni venuti da Marte.
Ebbene, vi ricorderete che alla fine del primo tempo Duffy Duck e i suoi stavano perdendo di qualche decina di punti. Il morale era estremamente basso negli spogliatoi, quand'ecco che Bugs Bunny fornisce alla squadra una bevanda "miracolosa", presa direttamente dal lavandino del bagno. Dice a tutta la squadra che grazie a quel composto particolare tutti quanti diventeranno invincibili. L'effetto placebo è così forte che risolleva il morale della squadra, portando Gatto Silvestro e gli altri alla vittoria sui marziani. In questo caso non si tratta di curare una malattia, bensì di creare addirittura un surplus.


I famosi guerrieri Berserkir, subivano un placebo spirituale, poichè entravano in stati di trance isterica e compulsiva senza assumere nulla di tangibile. Si facevano di rabbia, si drogavano di gloria e di redenzione come fossero sostanze dopanti. Incontro al loro nemico senza armatura, non sentivano il dolore. Morfina autoprodotta.

L'effetto placebo funziona molto bene --> come diceva Freud, non siamo padroni a casa nostra.

Ma questo è appurato. Ho iniziato a scrivere con l'intenzione di parlare dell'implicazione morale del trattamento medico in questione. Nello specifico, mentiresti a un tuo amico per il suo bene? Certo, il tuo paziente non è tuo amico, ma sei tenuto in quanto medico sotto il giuramento di Ippocrate, votato al bene e alla guarigione del prossimo, a trattarlo come tale.
In quanto alla menzogna, si. La terapia placebo è una menzogna, una frottola. omettere la verità o sottintendere tutt'altro è moralmente come raccontare una bugia, a tutti gli effetti.

Oggi, molte branche della medicina si affidano all'effetto placebo per velocizzare la guarigione di un paziente, nonchè per diminuire i quantitativi di medicinali somministrati (c'è anche un vantaggio economico). Infatti, alcuni esperimenti hanno dimostrato come le quantità di cortisone necessarie alla scomparsa di determinati sintomi, si possano addirittura dimezzare tramite uno sfruttamento di tale effetto a 360°, impiegando anche colonne sonore rilassanti e personale medico amichevole.

Ma quanto è morale?

Per la mia personale visione del mondo e della società di persone, una bugia non è meno lecita persino della verità stessa, poichè una volta scardinati i concetti dogmatici e culturali di giusto e sbagliato, tutte le azioni umane sono moralmente allo stesso livello. Un medico giura di curare un paziente e tramite l'inganno in buona fede egli può farlo al meglio. Il paradosso sorge quando si realizza che, dopo aver eluso la morale per rendere lecita la menzogna, il mantenimento del giuramento di Ippocrate richiederebbe anch'esso un fondamento morale. Andiamo a smontare le fondamenta della filosofia medica? Ma no! il giuramento di Ippocrate non impone in nessun punto la sincerità verso un paziente. L'unico elemento del giuramento relativo all'asse menzogna-verità si riferisce al mantenimento del segreto professionale verso terzi. Considerato quindi, che l'imperativo primo per un medico è il conseguimento del suo mestiere nel rispetto di ciò che ha giurato, l'etica collettiva non lo tange minimamente, a meno che non lo faccia per questioni che non devono riguardare l'espletamento delle sue funzioni come dottore. Punto.

Un discorso interessante si potrebbe aprire invece sul fatto che nessuno vuole essere coscientemente tenuto all'oscuro di ciò che sta avvenendo nel proprio organismo. In un sistema perfetto quindi, bisognerebbe porre una domanda specifica a ogni individuo raggiungente la maggiore età:

"Nel caso in futuro ti ammalassi di un malore curabile parzialmente o totalmente ingannando la tua coscienza sullo stato reale del tuo corpo, vorresti comunque sapere la verità?"

Nel mio disprezzo delle verità assunte a priori, non metto in dubbio in nessun caso l'efficacia di questa terapia, che reputo potentissima, e non provo nessun rancore verso i "buoni mentitori". In fin dei conti, data la nostra intrinseca impossibilità nel misurare la natura fedelmente, il confine tra verità e menzogna si assottiglia parecchio fino a sparire, perlomento teoricamente.

Ma non finisce qui! C'è una svolta nel mondo della medicina! Infatti nell'aprile del 2010, negli Stati Uniti è stato svolto un esperimento importantissimo:
80 persone erano affette da un'infiammazione al colon, patologia per la quale l'effetto placebo ha in passato dimostrato le sue potenzialità curative. a 40 persone non è stato dato nulla. alle rimanenti 40, invece, è stata somministrata una medicina fasulla. Fin qui tutto sentito e risentito, direte voi. La curiosità è che i pazienti lo sapevano perfettamente.
Sulle boccette dei farmaci, l'etichetta recava la scritta "PLACEBO", e ai pazienti veniva chiaramente riferito che le boccette contenevano una soluzione di acqua e sostanze solubili inefficaci al fine di curare i loro colon.
Ebbene, alla fine dell'esperimento, queste persone erano mediamente più sollevate e meno infiammate delle altre 40 non trattate. Questo perchè:
- l'effetto placebo agisce per numerose vie (non parlo del dio cristiano), tra cui anche le interazioni sociali
- l'effetto placebo non viene scatenato interamente dalla parte cosciente del cervello, e nemmeno dall'inconscio. La semplice assunzione di un liquido da un contenitore simile a quello di un farmaco, ha scatenato la versione ridotta di un condizionamento psico-somatico, provocando un miglioramento delle condizioni fisiche in persone che "sapevano di essere fregate"





E' stupefacente quanto non controlliamo proprio un cazzo, nemmeno di noi stessi.

La questione morale e tutto il polverone sollevato nei tempi scorsi, quindi, si esauriscono qui. Abbiamo sconfitto i moralisti senza dover dimostrare nulla, semplicemente aggirando il problema.

mercoledì 5 gennaio 2011

Interazioni fondamentali - 5

Eccomi di nuovo, mi svuoto le scarpe per quanto riguarda la società di persone, partendo come al solito dalle noiose premesse.
Cosa frulla nella mente di un gatto? Beh tante cose. Posso a parer mio mettere i suoi pensieri in ordine di importanza:
* Dissetarsi e sfamarsi
* Riprodursi, a meno che non sia castrato
* Riposarsi
* Tutta una sfera di interessi secondari, tra i quali l'interazione sociale
Nel momento in cui nessuno di questi bisogni è soddisfatto, l'animale prediligerà i primi agli ultimi. Mentre qualora si trovi ad essere sazio, castrato e arzillo, incomincia a pensare a una serie di cose che miglioreranno la qualità della sua vita, sebbene non siano necessarie alla sua sopravvivenza.
Grazie al mio ragionamento sull'evoluzione, deduco che il nostro cervello non dev'essere troppo diverso, sebbene molto più evoluto. Quindi alle strette anche noi sceglieremmo di mettere al primo posto il cibo, mentre ora come ora la maggior parte di noi non lo vede come un problema, di fatto ci sfamiamo e anche bene.
Immaginando di rimanere senza cibo, noi e i gatti non saremmo troppo diversi a lungo andare. Di fatto abbiamo un nucleo comune che è l'istinto. Questo istinto domina il nostro cervello più di quanto possiamo immaginare. E' lui che ci dona la voglia di avere rapporti sessuali, è lui che ci dona la paura della morte, è lui che ci dona la fame e la sete, che ci rende svegli nel percepire i pericoli, è lui che ci permette di reagire velocemente a pericoli imminenti. Ci dice fondamentalmente che la cosa più importante per la nostra vita è il nutrimento, la sopravvivenza e la conservazione della specie.
Avendo costruito una società complessa, con attrezzi da lavoro più performanti e tecniche agricole e di allevamento più efficienti, i primi uomini si trovarono a dare meno importanza all'acquisizione del cibo, riducendo di fatto uno dei loro problemi più grossi, che aveva sempre impiegato gran parte del loro tempo. Ecco che le priorità delle persone iniziarono a essere l'intrattenimento, la scrittura, il disegno. Questi intrattenimenti si svilupparono poi parallelamente al tipo di attività svolte in società. Ad esempio, i giocattoli di un bambino si evolsero pari passo con l'artigianato e l'industria, gli strumenti musicali pure, eccetera. Si svilupparono con il tempo miti, leggende e tradizioni, che a loro volta generarono usi e costumi, facendo nascere l'etica e la morale collettiva.
E l'istinto?
L'istinto permane tuttora nel nostro inconscio, ma agisce in modi che non capiamo direttamente. Esempio: E' l'istinto che ci dice di uniformarci a un gruppo di persone tramite gesti e rituali comuni, al fine di non rimanere soli. E' l'istinto che ci dice di metterci in mostra di fronte a una ragazza per essere da lei scelti e portare così a termine la riproduzione. E' l'istinto che ci fa soffrire di vertigini, e così via. L'istinto è quanto di più autorevole possa impartire informazioni al nostro corpo, sebbene non entri in azione troppo spesso. Quando ci troviamo in una condizione di paura, l'istinto prende i comandi del nostro cervello, a volte più a volte meno, per guidarci verso quella che il nostro inconscio crede essere la soluzione al problema. Quindi di fatto la paura è quella sensazione involontaria che permette all'istinto di prendere il sopravvento, con conseguente diminuzione dell'influenza della ragione sulle nostre azioni.
La società odierna è piena zeppa di paura.
E la paura cos'è, se non la condizione di diffidenza da qualcosa che non conosciamo bene? Esatto, la paura non è nient'altro che ignoranza, lo credo con tutto me stesso poichè per ogni esempio di paura che mi sono posto, ho trovato al suo interno la componente dell'ignoto.
Ogniqualvolta diamo per scontata la nostra cultura, diffidiamo di uno straniero, amiamo la nostra nazione, rispettiamo una tradizione a prescindere, adoriamo la violenza, urliamo contro qualcuno, facciamo valere il nostro orgoglio, noi siamo vittime della paura allo stato puro. Più ci penso e più mi convinco che sia così.
Quello che sto facendo nella mia vita è abbattere i mattoni del muro immenso della paura, i quali rappresentano i preconcetti e le verità assunte a priori (mogli e buoi dei paesi tuoi). Perchè? Perchè i preconcetti e i dogmi influiscono ogni giorno sulla nostra ragione. Nella maggior parte delle scelte che compiamo agiamo involontariamente senza pensare realmente: "ma sono convinto di quello che sto facendo? O lo faccio solamente perchè la società mi dice che è giusto?" Ecco, io voglio pensare, pensare, pensare, in modo tale che eliminerò così tante verità assolute, che avrò una mentalità sufficientemente libera da costrizioni per scegliere con coscienza in ogni occasione. Più mi guardo intorno e più vedo paura. Vedo ancora molta paura anche dentro di me, ci sono ancora tanti paletti da abbattere.

martedì 4 gennaio 2011

Interazioni fondamentali - 4

La dimensione dei file sta diminuendo, questo perchè come avevo preannunciato, all'inizio c'erano da fare un sacco di premesse. Con tali premesse sbrigate però, ora posso filare quasi liscio per il resto del grande discorso in cui mi sono cacciato, e il famoso lettore può rendersi conto di cosa intendo quando esprimo determinati concetti. Per mantenere i file di dimensioni costanti inserirò in ognuno di essi più tesi, visto che ora siamo già a velocità di crociera e le cose si possono dire con meno parole. Espressa la mia posizione riguardo alle forme di vita intelligenti che popolano l'universo, inizierò a scrivere della nostra lunghissima evoluzione, poiché mi servirà più avanti come presupposto per analizzare la società moderna.
Dunque, qualche miliardo di anni fa ci fu un bel botto. Non esistevano orecchie, quindi non fece nessun rumore, ma quello che sappiamo oggi è che in pochi miliardesimi di secondo, uno spazio che poteva essere contenuto in un batterio, si espanse improvvisamente raggiungendo delle dimensioni inimmaginabili e spalmandosi per distanze già impercorribili in meno di anni ed anni. Qualcuno deve aver avuto parecchia fretta. In questo spazio enorme vi era della materia, poca poca poca poca materia rarefatta, che grazie alla forza di gravità, lentamente si raccolse in agglomerati di materia stessa, materia estremamente calda per la reazione pocanzi (relativamente) avvenuta. Questi grumi informi erano i feti delle future galassie, che oggi stimiamo essere più di 100 miliardi. Quello che successe e che succede in 99 miliardi e 999 milioni e 999 mila e 999 galassie lo possiamo solo immaginare. Noi siamo particolarmente affezionati al caso di una galassia in particolare, che per comodità chiameremo Via Lattea. All'interno di questa galassia, si crearono diversi sotto-agglomerati di materia, tra cui il nostro sistema solare, un ammasso enorme di polveri e gas, che ruotava attorno a un centro di gravità interno ad esso. La rotazione della nube e la forza centrifuga della stessa ne appiattirono la forma, rendendola un disco gigante. Grazie alla vicinanza delle porzioni di materia, il centro del disco si mantenne più caldo rispetto alle regioni esterne, dove col passare del tempo il calore venne in parte disperso. Anche qui dentro la forza di gravità creò dei grumi rotanti, che presero la forma dei pianeti dopo che la materia si comprimette. Su uno di questi pianeti, in miliardi di anni di reazioni chimiche e raffreddamento, si generarono oceani di liquido, rilievi montuosi, nonché gas particolari i quali avendo meno peso specifico, si situarono più lontani dal pianeta rispetto a tutti gli altri elementi, formando l'atmosfera. Questo scenario è comune a molti pianeti conosciuti, ma questo in particolare era a una tale distanza dalla stella, aveva una tale varietà di elementi, una tale frequenza di reazioni chimiche e una tale combinazione gassosa intorno, che lentamente presero piede una serie di eventi progressivi che generarono la materia organica. Per spiegare l'evoluzione nei suoi meccanismi base, ai quali sono giunto recentemente, devo soffermarmi proprio in questo momento della lunga storia della terra. Il brodo primordiale, ovvero l'oceano liquido era ricco di elementi diversi. Le scariche elettriche di cui ignoro il motivo, innescarono reazioni chimiche in questo composto e a un certo punto atomi di carbonio si mischiarono con altri atomi a formare delle catene. Voglio essere chiaro, un fottio di reazioni chimiche avvenivano, io sto parlando solamente di una sola di queste, quella responsabile dell'assemblamento della prima proteina. Le proteine sono i veri mattoni della vita, come i mattoncini dei lego lo sono per una casetta. Non parlo di scale, balconi, comignoli o porte; parlo di quelli a pianta rettangolare, con 8 pirulini disposti a file da 2. Da qui in avanti potrei fare tante ripetizioni lessicali per cercare di farmi capire. Tra le infinite combinazioni che queste proteine sperimentarono in miliardi di anni, una fu particolare al fine del discorso che sto portando avanti. Vi era un costrutto di proteine, solido e integro, che covava al suo interno un filamento di molecole, che chiameremo per comodità DNA.

:O

Anche a questo livello di complessità, il grande tempo a disposizione permetteva un sacco di combinazioni, vi erano quindi davvero tanti esempi di questo piccolo ammasso di materiali. Non parliamo infatti ancora di esseri viventi. Accadde che da qualche evento chimico si formarono dei grumetti che interagivano con la materia del brodo circostante. Interagire in questo caso significa scambiare mattoncini di lego con l'esterno e acquisirne di altri. Non sono un chimico ma poco importa, il lavoro da fare è concettuale, bisogna sforzarsi un attimino per arrivarci. L'interazione di questo corpo è solo una combinazione tra tanti miscugli. Assumendo nuovi mattoncini, questi ammassi crescevano, dopodiché, passato un periodo di tempo più o meno lungo, essi si disgregavano, sempre a causa delle suddette reazioni chimiche che non conosco, ma che per comodità chiameremo INVECCHIAMENTO. Capitava che qualcuno di questi, prima di disgregarsi nel brodo, si dividesse in due, splittando tutta la materia di cui era composto, compreso il fastidioso filamento al suo interno. Come per magia, ma di fatto non per magia ;-) nacque la vita come la definiscono gli uomini di scienza, ovvero qualsiasi cosa nasca, cresca, si nutra, si riproduca e muoia.
Da qui in avanti lo sforzo mentale sarà minore.
Capitava molto spesso che durante la riproduzione di una cellula (ora possiamo chiamarle così) avvenisse qualcosa per cui le cellule risultanti fossero diverse tra loro. Non è un concetto difficile, anzi, personalmente mi stupirei di più del contrario. Ebbene la riproduzione spesso e volentieri differenziava la specie, cosicché vi erano un sacco di diversità tra le varie cellule viventi nel brodo. Ora, per la loro composizione chimica, alcune si disgregavano (o morivano) più facilmente, altre no. Tra quelle che morivano spesso, molte morivano prima di potersi duplicare. Quelle che non morivano facilmente, arrivavano nella loro quasi totalità a duplicarsi prima della disgregazione. Questo è il concetto base dell'evoluzione. Per una serie di errori di duplicazione, veniva creata diversità, e tra le diversità generate, solo le cellule più adatte al brodo sopravvivevano potendosi duplicare ancora N volte, e potendo a loro volta generare diversità ulteriori tramite duplicazioni imprecise, per avere come risultante due copie, una delle quali a volte era più adatta ancora a sopravvivere e l'altra meno. Sorprendente, ma se ci pensiamo non c'è nulla di speciale in tutto questo. Tra le combinazioni di cellule venutesi a differenziare, alcune utilizzavano il DNA per la duplicazione, dando di fatto il via alle riproduzioni genetiche. Sempre per le solite e ritrite composizioni genetiche, alcune cellule risultanti si incollavano tra loro e cooperavano, innescando il processo che in milioni di anni avrebbe permesso lo sviluppo di esseri pluricellulari, in cui tutte le cellule condividevano il DNA come attributo comune identico. Non ci sono ostacoli a questo punto. Gli organismi pluricellulari svilupparono la differenziazione dei compiti delle cellule componenti, ottenendo organi e apparati complessi, sempre volti a una più probabile sopravvivenza in quell'ambiente. Nel frattempo la terra mutava la sua composizione, e si trasformava nello scenario che oggi conosciamo. Le mutazioni genetiche casuali provocarono la nascita di organismi in grado di vivere anche fuori dall'acqua, ottenendo nutrimento anche dall'aria. Svilupparono arti per sorreggere il proprio peso, che fuori dall'acqua risultava di gran lunga maggiore. Nacquero gli organi adibiti all'equilibrio, alla vista, all'olfatto. Tutto, tutto quanto questo, si sviluppò per mutazioni genetiche, non per scelta. Il fatto è che migliorava la vita di questi esseri viventi, e li rendeva più adatti alla riproduzione, mentre chi non si evolveva moriva senza eredi. Non ci manca molto a questo punto: i pesci divennero anfibi, gli anfibi divennero rettili, e dai rettili si evolsero i mammiferi e gli uccelli.
In africa vi erano tanti alberi, e tante scimmie saltavano da un ramo all'altro, con braccia potentissime. Avevano anche delle gambe per spostarsi sui rami, ma non erano troppo utili e venivano usate poco. Ad un certo punto nella storia, iniziò a sollevarsi una catena montuosa, quella che oggi comprende il kilimangiaro. Ecco che i venti umidi provenienti dall'oceano non riescono a superare le montagne e le loro precipitazioni non raggiungono una porzione d'africa, inaridendo lo scenario. Gli alberi iniziarono a diradarsi per il poco nutrimento, e questo non fu un bel segno per le scimmie. Quando ad un certo punto gli alberi erano davvero pochi, le scimmie, per spostarsi da un ramo ad un altro, dovevano scendere e farsela a piedi, esponendosi così ai predatori che nel frattempo ringraziavano la catena montuosa per i sontuosi banchetti. Quante scimmie morirono mangiate! Davvero un sacco, ma non tutte. Quando le scimmie scendevano dagli alberi in massa per correre verso un altro albero, ce n'era qualcuna più veloce delle altre, che aveva casualmente delle gambe più robuste.

Chi veniva mangiato per primo?

Ecco spiegato come col progredire del tempo le scimmie impararono a camminare erette, alzando lo sguardo sopra gli altri esseri e vedendo più lontano. Inoltre, le condizioni estremamente dure della vita di una scimmia del tempo, privilegiarono i nascituri con particolare intelletto, permettendo di fatto lo sviluppo dell'intelligenza umana. Questi umani trogloditi usarono poi la loro intelligenza per cacciare, accendere fuochi, costruire lance, costruire tende, sviluppare linguaggi, scoprire l'utilizzo del mattone, l'utilizzo del ferro, della ruota, dell'allevamento, dell'agricoltura, dell'aratro, eleggere capi, muovere guerra per il cibo, disegnare, disegnarsi, costruire palazzi, attribuire eventi agli dei, attribuire i palazzi agli dei, costruire archi, costruire bighe, tramandare nozioni di tecnica, scrivere nozioni di tecnica, scrivere storie, inventare storie, costruire dighe, costruire navi, costruire strade e acquedotti, costruire castelli, inventare la scienza, costruire armi da fuoco, utilizzare l'elettricità, costruire centrali, carri armati, scuole, industrie, computer, aerei. Eccoci qui, composti della stessa materia di qualche miliardo di anni fa, rimescolata a formare complessissimi sistemi autocoscienti. Ma di fatto, una domanda mi sorge spontanea:

Siamo realmente vivi?

Mi spiego meglio: subito dopo il big bang c'era vita? NO. E durante la creazione della nebulosa planetaria? NO. E sulla terra senza oceani? NO. E nel brodo primordiale? La risposta è molto difficile. Bisogna definire la vita a un livello concettuale e non in base alle osservazioni fatte su esseri “viventi”.
Partiamo da ora. C'è vita? SI. E quando c'erano solo le scimmie? SI. E quando c'erano i dinosauri? SI. E Quando c'erano solo i pesci e gli esseri del mare? SI. E quando c'erano i primi organismi pluricellulari? SI. E nel brodo primordiale?
Dare un'etichetta a un corpo definendolo vivo è molto complicato, poiché questa vita si è sviluppata gradualmente e non ha MAI compiuto balzi in avanti. Per mutazioni genetiche progressive, ogni tot migliaia d'anni cresceva la complessità delle forme di vita. Ma che differenza c'è tra un uomo e uno scimpanzé? E che differenza c'è tra un ammasso di molecole che si riproduce e uno che non lo fa? Possiamo realmente usare il termine vita come lo usiamo oggi? Se decidiamo di usare tale parola per appiccicarla ad alcuni corpi piuttosto che ad altri, ebbene dobbiamo anche definire la non vita. Quindi, in questo lunghissimo scenario progressivo e graduale dobbiamo fissare un punto dal quale la vita iniziò. Sembriamo tanto sicuri del fatto che oggi ci sia vita sulla terra e 3 miliardi di anni fa non ci fosse, però non sappiamo dire a che punto è partita. Ma, cosa ancora più importante, chi definisce l'uomo superiore alla bestia, non sa piantare un paletto di confine tra la storia delle scimmie e quella dell'uomo. Raccontando tutto ciò, ho di fatto dimostrato inequivocabilmente che tutta la storia dell'evoluzione può essere raccontata senza prendere in considerazione la vita come concetto.

Che cos'è la vita, cazzo?

Eccoci: il rasoio di Occam mi suggerisce di escludere il concetto di vita, perché non esiste. Io non sono vivo, tu che leggi non lo sei. Se credi nella scienza, non puoi credere nella vita, poiché anche senza quest'idea/etichetta tutto starebbe in piedi ugualmente. Sei solo una scimmia un po' più autonoma e adattata a sopravvivere. Sento che questo è il passo più difficile che io abbia fatto da quando ho iniziato a scrivere, questo modello non entrerà facilmente nella testa delle persone che leggeranno.. Ma sfido chiunque ad attaccarmi. La vita è un pour parler, una convenzione. Prego chiunque legga a non considerare finito il discorso. Infatti, verso la fine dello zibaldone introdurrò una sega mentale gigante che ha messo in crisi persino questa fortezza, in cui sono stato arroccato per mesi. Dico solo che, in base a quanto esposto in questo documento e in base a quanto domandatomi successivamente, io non lo so. Ho deciso che sarà tra gli ultimi argomenti perché so per certo che ciò che mi chiedo in questi tempi sia la domanda più difficile di qualsiasi domanda ci si possa porre.

lunedì 3 gennaio 2011

Interazioni fondamentali - 3

Dunque proseguiamo. Nel 1961, il signor Drake presentò al mondo l'equazione che porta il suo nome. Questa equazione si propone di descrivere, sommariamente e probabilisticamente, la quantità di civiltà extraterrestri in grado di comunicare nella nostra galassia. Essa prende in considerazione un sacco di fattori, tra i quali il tasso di creazione stellare, la frequenza con cui una stella muore nella nostra galassia, la quantità di sistemi stellari, la quantità di pianeti per stella, la quantità di pianeti atti a sviluppare la vita, quelli che effettivamente sviluppano la vita, la quantità di forme di vita che crescono e si civilizzano, la quantità di civiltà che riescono a comunicare tramite onde elettromagnetiche con l'universo circostante. Sembrerebbe rarissimo che si formi la vita nella nostra galassia, e in effetti lo è, ma le stelle sono così tante che lo stesso Drake fissò il numero di civiltà galattiche in grado di comunicare a 10. Una siamo noi. Successivamente, tramite l'evoluzione della scienza e delle conoscienze umane, esperti hanno riciclato l'equazione con valori diversi per arrivare a risultati diversi, stavolta di 600 unità.

Siamo davvero così tanti?

La mia risposta è PROBABILMENTE SI. Una volta assunto il concetto che le stelle intorno a noi sono miliardi.. non è per niente difficile crederci.
Cito, dopo si capirà il perchè, il limite fisico della velocità delle onde elettromagnetiche: circa 300 000 km/s. Nulla può superare questa velocità, è diventato un postulato scientifico a seguito di prove e controprove, e non starò qui a spiegare il perchè. Documentatevi da voi se vi interessa.
Ora, le dimensioni della nostra galassia sono talmente inimmaginabilmente elevate, che se anche fossimo in 1000 distribuiti omogeneamente in tutto lo spazio occupabile, la civiltà extraterrestre più vicina a noi sarebbe comunque troppo lontana perchè una sua informazione arrivi a noi se non impiegando anni e anni; questo dovuto al limite di velocità descritto poco fa. Figuriamoci con una navicella spaziale, che si presume viaggi a velocita INFRAluminali. Premesso tutto ciò, se una civiltà volesse contattarci da anni luce di distanza, dovrebbe piegare lo spazio tra il suo pianeta e la terra, cosa solo teorizzata dai nostri poveri scienziati.
Ma allora, gli alieni sono finiti davvero sulla terra? Beh, sarebbe possibile se:
  • avessero una tecnologia davvero avanzata e potente
  • abitassero in qualche pianeta in orbita attorno al sole
Ma qui la questione è diversa. Qui parliamo di migliaia e migliaia di presunti avvistamenti di creature extraterrestri che arrivano, sorvolano in gran stile i nostri cieli sbandierando la loro presenza, atterrano, spiano, si fanno vedere e scappano. Ma non rifilatemi nemmeno per sogno una storia del genere, non posso accreditarla! Se una civiltà così avanzata volesse spiarci, di certo non si farebbe scoprire così di frequente! Nani grigi, spilungoni verdi, alieni travestiti da persone, saltatori provetti; ce n'è di tutti i tipi immaginabili, per non parlare delle astronavi: di ogni forma, dimensione, rumore, colore, velocità. Se poi una civilà così potente e tecnologicamente avanzata dovesse scoprire una civiltà (noi) extraterrestre, sono portato a pensare che si approccerebbe in modo pacifico a noi, cazzo se proprio volgiono un pianeta nuovo, di posto ce n'è!!! Chiudo il discorso degli incontri di qualsivoglia tipo dicendo:

Per il già citato rasoio di Occam, avvalendomi del metodo scientifico e della mia testa, sono portato a pensare che sia altamente improbabile che anche solo uno dei racconti sconvolgenti inerenti alieni sia veritiero o verosimile. Fine del discorso (?)

I Buoni propositi del 2011

All’ennesima ellisse che la terra disegna nel cosmo, anche io ho i miei buoni propositi. Non per il 2011, ma per il futuro in generale; non perchè è appena iniziato un anno gregoriano, ma perchè è un po’ che li covavo... E se ne portassi a termine anche solo metà.. sarebbe una gran cosa!
  • facevo parte di un cast per un film... ma siccome sono mesi che il regista attende un attrezzo per girare, mi sa che il progetto salta. a tal proposito, mi sono venute in mente diverse idee riguardo a un possibile lungometraggio, girato da me. questa cosa non morirà, e nel tempo si svilupperà nella mia testa. Sarà sicuramente un investimento ingente.. di fare un film che sembra un amatoriale su youtube non me la sento proprio
  • Inizierò a breve a prendere lezioni di matematica da mio zio, in modo da sopperire seppur parzialmente alle mie mancanze da ragioniere fallito, e grazie alle quali riuscirò a capire il mondo un po’ più da vicino
  • viaggi e viaggini, come già preesposto
  • mi piacerebbe comprarmi una moto custom, tipo questa, questa o questa... per viaggiare in compagnia o da solo
  • Ho una lista di libri che mi piacerebbe leggere: “I Sogni” (Freud), “Così Parlò Zarathustra” (Nietzsche), “The Wall” (Gianfranco Salvatore), “Il Piccolo Principe” (de Saint-Exupéry), rileggere il “Mein Kampf” (Hitler) sotto un’ottica più approfondita, “1984” (Orwell), un libro sulle stringhe da parte di un ex-collega e un altro libro sulla fisica da parte di un collega di adesso :)
  • corso di spagnolo, per apprendere una lingua in più, che può sempre servire in paesi come l’america latina, dove persino l’inglese si parla poco
  • devo arredare casa mia in modo decente... renderla un po’ più funzionale e meno simile a un bunker antiatomico con i beni di prima necessità :)
  • devo togliere la paglia dal culo e darmi alla composizione musicale. troppe volte mi sono pianto addosso per la banalità delle cose che scrivevo. Ora che ho approntato anche un mini studio di registrazione, mi manca solo la buona volontà.. e un po’ di pazienza
  • Vorrei farmi un’idea più precisa possibile di gruppi musicali quali gli Yes, i Rolling Stones, Emerson Lake & Palmer, la PFM, i King Crimson, Jimi Hendrix e Neil Young, per terminare il mio escursus temporale, darmi a qualche capitolo di musica moderna alternativa e immergermi profondamente in Mozart, Beethoven e Chopin
  • Devo farmi una cultura anche in merito al cinema. Non ho mai visto infatti film “must” come “Il Nome Della Rosa”, “Il Padrino II & III”, La serie di “Star Trek” o “Eyes Wide Shut” ecc ecc ecc!
Dopo questa lista della spesa... Consigli (più che benaccetti)?

Interazioni fondamentali - 2


Altresì importante è prendere coscienza del fatto che nulla è certo. Ogni evento infatti, analizzato dalla mente umana, è soggettivo e verificato soltanto per quanto riguarda lo spettro dei sensi umani, con i quali l'uomo si relaziona al mondo. Infatti, sebbene noi possiamo utilizzare telescopi, cannocchiali, occhiali a raggi X, amplificatori e quant'altro, l'informazione ultima passa dal nostro cervello, il quale mette in atto tutta una serie di processi incontrollabili e impercettibili che trasformano l'informazione stessa per noi. Di fatto siamo spettatori poco obiettivi del mondo.
Se percuotiamo un oggetto, questo inizia a vibrare. Se l'oggetto percosso è un righello di plastica, vibrerà per un periodo di tempo più o meno lungo. Se l'oggetto è invece un sasso, vibrerà per un periodo più breve. Se poi l'oggetto è un cubo di gelatina, potrebbe persino vibrare per un minuto. Tutto dipende dalla composizione chimica e dalla forma dell'oggetto. Tuttavia, qualunque corpo sottoposto a un colpo, vibra. Questa vibrazione viene trasmessa anche alle particelle che compongono l'aria intorno all'oggetto, le quali causano la propagazione della vibrazione, disperdendone poca alla volta. Se la vibrazione giunge ai nostri timpani con sufficiente intensità, gli stessi inviano un'informazione al nostro cervello: ho sentito un suono. Qualsiasi vibrazione infatti, è percepita dal nostro cervello come un suono.
Ma se pensiamo un attimo astrattamente, il suono non esiste. Lo fa esistere il nostro cervello. Esistono se vogliamo le vibrazioni, una componente del moto, ma il suono in sé è totalmente un artificio dell'essere umano. Fatto nostro questo concetto possiamo rapidamente capire quanto la nostra testa e la nostra abitudine abbiano di fatto alterato la realtà oggettiva. Pensiamoci bene: siamo davvero così sicuri che non esistano gli unicorni? Siamo davvero così certi del fatto che non esistano rinoceronti con cappellini rosa? No, non lo siamo. Se ci dichiariamo sicuri di qualcosa, inevitabilmente stiamo sottovalutando l'universo. Sempre. Ma se siamo costantemente ingannati dal nostro cervello, allora

cos'è reale?

Bella domanda!! Non avendo la certezza di nulla, e ammettendo la possibilità dell'esistenza di tutto, l'unico barlume di speranza che ci rimane è la probabilità. Proprio così, quando noi ci dichiariamo sicuri di qualcosa, di fatto stiamo applicando la statistica alla nostra esperienza e la stiamo proiettando nel futuro o in altre zone dello spazio. Un esempio: Se entrassi in una casa accogliente, invitato dal mio migliore amico, e quest'ultimo mi offrisse un posto a sedere, dubiterei forse del fatto che quella sedia sia rotta e non mi sorregga? Assolutamente no! E se non fosse la casa del mio amico? E se avessi avuto un trauma con una sedia da piccolo? E se conoscessi un particolare difetto di fabbrica di quel modello di sedia? Beh, dubiterei di più della sua stabilità, e magari tenterei pure di verificarla prima di sedermici sopra. Ecco che ho deciso a priori, senza essere mai stato in quella casa, se la sedia è probabilmente stabile o rotta, e ho fatto pure una stima dettagliata! Ma sebbene io non abbia mai avuto problemi con le sedie e mi fidi ciecamente del mio amico, quella sedia potrebbe rompersi sotto il mio culo e farmi cadere. E allora? Esistono gli unicorni? Prima di rispondere, spiegherò un altro concetto. Gli scienziati durante la storia, analizzando la realtà fisica, hanno scoperto che l'universo è fondamentalmente semplice. Per quanto le sue leggi possano essere per noi difficili da comprendere, esse sono poche. Infatti, ogni tanto sulla linea del tempo, uno scienziato è sbucato dal nulla con qualche legge che unificasse più concetti insieme, il tutto per dimostrare di quanto l'unverso sia elementare sebbene difficile da capire. Esempi? La relatività di Galileo, i lavori di Newton, di Maxwell, di Einstein. Ecco che quando siamo di fronte a un problema e non conosciamo la realtà, siamo portati naturalmente a scegliere di seguire l'opzione più semplice, a prendere posizione dalla parte di chi ci spiega un fenomeno articolando la spiegazione con meno variabili possibili. Questo principio, su cui si basa il metodo scientifico, è il Rasoio di Occam, dal nome di un tipo che visse in qualche epoca storica... Ma sinceramente della sua vita non mi importa poi tanto. Ecco che pur non vedendo da vicino le altre stelle, non ci immaginiamo che esse siano a forma di prisma, poiché sulla base del nostro sistema solare, siamo portati a pensare che qualunque corpo celeste assuma forme più o meno sferiche. Ma come, le abbiamo viste tutte? No! Infatti non siamo sicuri di tale affermazione. Ci stiamo soltanto affidando all'opzione più probabile, usando il rasoio di Occam. Infatti la forma sferica di un corpo celeste è data dalla sua rotazione su se stesso. Se il corpo avesse la forma di un prisma... beh, spiegarne il motivo sarebbe molto più complicato e probabilmente richiederebbe l'intervento di nuove leggi fisiche che non conosciamo. E quindi perchè immaginarlo, se la loro esistenza tonda è comunque spiegata dalle nostre conoscienze? Ecco, per rispondere alla domanda: io non sono sicuro del fatto che gli unicorni non esistano, ma siccome non vedo motivo per cui un cavallo dovrebbe trarre beneficio da un corno sul muso, mi affido alla probabilità maggiore, non esiste. Non ha senso pensare che esistano.
A questo punto facciamo un passo verso un ragionamento un po' più complicato che richiede un piccolo impegno maggiore:

Esiste Dio?

Beh, potrebbe esistere certo. Ma dove sta la ragione? Come abbiamo visto, da nessuna parte a prescindere. Analizziamo i due casi, l'esistenza e la non esistenza:
  • L'universo è eterno o ha inizio in circostanze che noi non conosciamo
  • L'universo è finito, ha inizio con Dio. Cos'è Dio? E' eterno o ha inizio in circostanze che non conosciamo.
In base a questi enunciati, non ci penso due volte: essere convinti che Dio esista è semplicemente frutto di una mente stupida o di una mente intelligente che ha fatto male i suoi calcoli. Giungo a questa conclusione in quanto pensare che esista il creatore sarebbe come aggiungere una variabile inutile al concetto dell'esistenza dell'universo. Questo discorso verrà ripreso da me più avanti in quanto non è completo. Infatti, se una persona vedesse Dio, in modo tale che l'ipotesi dell'allucinazione sarebbe irragionevole, ebbene Dio esisterebbe, e bisognerebbe di fatto cambiare le proprie idee sulla base di questo. Quello che arrivo a dire ora, dopo queste digressioni scientifiche, è che è mia abitudine applicare il metodo scientifico e il rasoio di Occam alla realtà. Io sto sempre dalla parte dell'ipotesi che mi sembra più ragionevole, eccezion fatta per le condizioni in cui sono ancora inibito dai preconcetti, condizioni sempre più rare e che andranno via via scomparendo. Automaticamente questi sani principi rendono irragionevoli fenomeni come la superstizione, la religione, la magia, il razzismo, l'amore eterno, l'esistenza dei sentimenti, degli spiriti nonché invasioni aliene imminenti sul nostro pianeta. Proprio questo sarà il primo argomento del prossimo file.