martedì 28 dicembre 2010

Interazioni fondamentali - 1

niente file e niente indovinelli. Pessima idea. Mi sono venduto alla possibilità di essere rintracciato dai motori di ricerca..

Iniziare è molto più complesso di quanto immaginassi che fosse.
Dunque, la mia intenzione in queste pagine è fotografare la mia persona, in modo da mettere, o perlomeno provarci, nero su bianco, quanto io pensi di tutto. Non voglio scrivere un libro, né tantomeno pubblicare ciò che scrivo. Questa raccolta di pensieri serve prima di tutto a me: mi permette infatti di fare chiarezza su ciò che mi passa per la mente, costringendomi contemporaneamente a mettere in dubbio ogni cosa che penso, per arrivare forse a modificare e raddrizzare qualche concetto, secondo il sacrosanto principio della razionalità e del metodo scientifico. Spero di accelerare un po' con la scrittura, poiché ora come ora, ad ogni punto che digito, mi fermo una manciata di secondi per pensare a cosa scrivere dopo. Certo, gli argomenti da trattare sono davvero tanti, e io non mi sono nemmeno fatto una scaletta. Questo infatti è importante, perché non voglio che nessuno si senta obbligato a leggere il mio lavoro. Quindi non ci saranno capitoli, non ci saranno note a fondo pagina, non ci saranno indici né titoli di tanto in tanto. Questo è il brainstorming un pelo più organizzato di una persona estremamente riflessiva quale sono io. Non sarò modesto nel descrivermi, come non mi sbilancerò nell'esaltarmi; insomma l'obiettivo è propriamente quello di vivisezionare per quanto possibile le mie idee, nella speranza di migliorarmi ancora e ancora. Le frasi che butterò giù qui dentro potrebbero risultare pesanti e parecchio difficili da comprendere per la maggior parte delle persone che conosco, per cui non mancheranno i fraintendimenti. Ecco, mi proteggo da questo eventuale meccanismo. Per te possibile lettore, le mie parole potrebbero sembrare uno sfogo adolescenziale, una scenata da immaturo, una cosa inutile, una richiesta di attenzioni, un gioco infantile. La mia risposta è: potrebbe essere, potrebbe non essere. I miei pensieri si evolveranno ulteriormente nella mia vita, ne sono certo perché è il mio unico obiettivo. Non voglio occupare l'asia, l'oceania e un terzo continente. Non voglio occupare 18 stati a caso con due armate. Io voglio capire perché gli stati siano 42, perché il mare sia verde oliva, perché si possa passare dall'africa del nord al brasile utilizzando un carro armato. Non userò termini specifici e non sarò ermetico; utilizzerò parole di conoscienza comune così da non ostacolare un eventuale e coraggioso lettore. Inoltre, per come sono fatto, tendo a spiegare le cose per punti e procedendo da diversi presupposti, così da non dovermi fermare per fare parentesi enormi, ogni volta che entra in gioco una variabile nuova. La parte interessante quindi potrebbe venire verso la fine di ogni tesi. Questo renderà il tutto più noioso da seguire, ma sicuramente non darò nulla per scontato, e se qualcuno avrà voglia e dimostrerà un'iniziale dose di buona volontà, scoprirà certo che non si troverà mai a fermarsi perché dico cose che capisco solo io.

Mega-premessa finita

Ora mi trovo in montagna, precisamente a Barzio, un paese in provincia di Lecco. E' il classico paesino di montagna, tranquillo, silenzioso, fresco, talmente affascinante da spingermi a passare un week end in compagnia di me stesso, per praticare ciò in cui riesco meglio: pensare, riflettere. Questo ultimo termine in particolare mi piace molto, sembra che dia l'idea di come un concetto possa essere ripassato e compreso su più livelli, come piace dire a me. Potrei infatti, e sarebbe a questo punto logico, partire con lo spiegare il concetto dei livelli a me tanto caro, che mi accompagnerà nell'esporre tutto il resto:

Un computer non è altro che un insieme di pezzi di ferro e silicio assemblati secondo precise regole evolutesi nel corso degli anni. Esso si propone, in ogni ambito e contesto, di migliorare la vita degli esseri umani fornendo informazioni preziose o eseguendo compiti che altrimenti richiederebbero più tempo o più impegno, o addirittura sarebbero impossibili. Parlo di computer quando cito calcolatrici, PC, telefoni cellulari, telecomandi, automobili, termometri elettronici. Per svolgere il proprio compito, un computer deve saper comunicare. A tal proposito, una calcolatrice ha dei tasti numerati e uno schermo; un PC ha un monitor più o meno grande e delle casse, una tastiera, un mouse; un telefono cellulare ha un'antenna. Queste cose si chiamano periferiche, e sebbene tutto ci faccia pensare al contrario, non sono parte di esso. Esse sono strumenti al suo servizio. Posso paragonare un computer a una persona se dico che come una persona ha un cervello, un computer ha un sistema operativo; come una persona ha degli occhi, un computer può essere dotato di web cam; come una persona ha delle corde vocali e un cavo orale, un computer può essere collegato a delle casse; come una persona si serve di un corpo fisico, un computer solitamente è limitato in una scatola più o meno grossa e dalle svariate forme. Il processore è l'unico componente di un computer in grado di emulare in modo più o meno efficiente il pensiero di un essere vivente. Esso acquisisce informazioni dal mondo tramite microfoni, fax, tessere magnetiche, chiavette USB, webcam e le trasforma per renderle adatte a svolgere il loro scopo. Dopodichè, un computer non si tiene mai le informazioni per se: infatti le comunica all'esterno, trasformate secondo regole stabilite da un uomo, tramite schermi, casse, o le stesse chiavette USB. Ecco che le informazioni arrivano all'essere umano che può trarne vantaggi diretti. Oppure un computer può usare le informazioni per mettere in atto meccanismi, i quali senza trasporto di informazioni possono aiutare un essere vivente. Qualche esempio: io sto scrivendo su una tastiera, inviando informazioni al processore, il quale le trasforma, secondo regole ideate da chi l'ha costruito, in lettere. Dopodichè invia le lettere allo schermo, che me le stampa a video su una pagina bianca. Ecco che le informazioni che io immetto mi servono per capire se sto scrivendo correttamente o sto dimenticando lettere, oppure mi servono per rileggere ciò che sto scrivendo. Queste informazioni vengono anche stipate all'interno di un'altra periferica, chiamata disco fisso, per essere conservate ed essere visualizzate qualora ne avrò bisogno in futuro. Ecco come il mio netbook sta migliorando la mia vita. Un altro esempio è un tappeto mobile di quelli comuni nelle palestre. Acquisisce l'informazione semplicissima ON, il suo processore la trasforma secondo regole precise e capisce che l'informazione deve essere usata per attivare la periferica TAPPETO. Se poi voglio variare la velocità posso premere un altro pulsante, che invierà informazioni diverse al processore, il quale obbedirà e ordinerà a un'altra periferica di intervenire. Ma forse il mio tappeto elastico ha un monitor piccino nel quale mi spiega cosa sta succedendo: a questo punto, il processore, una volta ricevuta un'informazione da me, me ne dovrà restituire un'altra: se io lo accendo, il processore può inviare allo schermo l'ordine di visualizzare ON in alto a destra, o di illuminarsi. Se io aumento la velocità, il processore capirà che voglio cambiare un parametro che è già presente nel computer, e andrà a cercare il valore velocità all'interno di un disco fisso nella macchina. Cambierà quel valore, mettiamo, da 5 a 6 e da quel momento la macchina si comporterà diversamente. Questa è una panoramica generale del funzionamento di un computer. E' importante sapere che l'informazione non è altro che elettricità. Se in un dato momento in un dato circuito passerà elettricità, il computer otterrà un'informazione. Se al contrario non passerà, il computer capirà un'altra cosa. I componenti di un computer sono costruiti in modo da capire quando in un dato punto passa elettricità e quando no. Per rendere la cosa di facile dominio anche per gli esseri umani, si parla, anziché di corrente o non-corrente, di 0 e di 1. Più combinazioni di 0 e di 1 insieme possono, sempre secondo regole precise, costituire informazioni più complesse. Ad esempio, io posso interpretare lo 00 come off, spegniti; lo 01 come on, accenditi; l'10 come aumenta la velocità; l'11 come diminuisci la velocità. Ecco che inviando 2 impulsi (chiamati bit), posso dare 4 ordini diversi al mio tappeto elastico.

Ora complico un po' le cose, e per farlo sono comodo a usare come esempio il comunissimo PC che quasi tutti abbiamo in casa. Un software è un insieme di informazioni stipate in una memoria all'interno di un computer, interpretate in un certo modo, atte a svolgere un compito preciso. Se io pigio il bottone con la lettera A, il mio computer, tramite delle regole ottenute da un software, esegue un'operazione. Di fatto il software non esiste a livello fisico, è fatto da un insieme di cariche elettriche disposte ordinatamente in memoria in modo tale che possano essere lette e possano servirsi della macchina stessa per svolgere compiti precisi. Il software più importante di tutti è il sistema operativo. Questo software privilegiato, viene avviato e approntato ogni volta che accendiamo un computer. Esso è un software molto grosso che permette al processore di comunicare in modo efficiente parlando la stessa lingua con le periferiche, quali tastiera, schermo o mouse, o semplicemente il disco fisso. Il sistema operativo poi, può comunicare con una vasta gamma di software minori, che svolgono compiti più mirati. Ad esempio Word, famoso programma di scrittura, è un software che può essere installato su un sistema operativo windows, poiché non conosce una lingua con cui dialogare e scambiare informazioni con un sistema linux. Firefox è un software costruito in più versioni per poter scambiare informazioni con linux e con windows. Ecco che entra finalmente in scena il concetto dei livelli: esiste un livello basso in cui il processore comunica con lo schermo tramite il sistema operativo. Esiste un livello un po' più alto in cui il sistema operativo utilizza le informazioni scambiate con il processore per comunicare ad esempio con un software che utilizza lo schermo, quale ad esempio word.
Ci sono poi altri software chiamati framework. Essi si installano sopra un sistema operativo, allo stesso modo di word o firefox, solo che il loro compito è molto più interessante: sono infatti delle solide piattafome sulle quali si possono installare software che non potrebbero comunicare con il sistema operativo installato, poiché non sono stati ideati per conoscere il linguaggio appropriato. Esempio pratico: per visualizzare i voti di mio figlio, sono stato invitato a recarmi sul sito della scuola, sul quale ho la possibilità di scaricare la sua pagella. La sua pagella però, può essere letta da un software apposito, che comunica con java, un noto framework. Ecco che quindi mi viene chiesta dal sito l'installazione di java. Una volta installato java, ho la mia bella piattaforma per far girare correttamente il programma richiesto, il quale leggerà le mie informazioni utili e me le stamperà a video. Ecco, ci sono vari livelli per descrivere questo meccanismo:
  • il programma legge la pagella e invia le informazioni al framework java, poiché non conosce minimamente quello che c'è sotto di esso
  • java acquisisce le informazioni, non sapendo che costituiscono una pagella, e comunica con il sistema operativo come sa ben fare
  • il sistema operativo ha in mano delle informazioni astruse e a lui incomprensibili, le passa alla parte centrale del sistema operativo, il quale comunica le informazioni al processore
  • il processore non sa nulla di ciò che è avvenuto sopra di lui, ottiene le informazioni insieme agli ordini circa il modo con cui deve trattarle, capisce che devono essere inviate allo schermo e le trasforma in un formato adatto. A questo punto le restituisce al sistema operativo
  • il sistema operativo ha in mano di nuovo informazioni per lui incomprensibili, le gira al software che gestisce lo schermo
  • Ultimo passaggio: il software che gestisce lo schermo comunica direttamente con il monitor facendo fisicamente apparire i voti di nostro figlio davanti ai nostri occhi.
Ora, quello che va capito di tutto ciò, è che sono partito da un browser internet per arrivare ad avere in mano i voti di mio figlio, senza di fatto sapere un cazzo di quello che è avvenuto all'interno del PC.

Queste sono le persone ordinarie.

Loro scambiano informazioni con il mondo esterno, inconsapevoli sia di quali siano i meccanismi che la mente attua per elaborarle, sia di quali siano le vere origini, i motivi, il senso, la consistenza, il significato vero di tali informazioni. Vivono la loro vita con convinzioni INCONSISTENTI su quanto le circonda senza porsi importantissime domande, barricandosi dietro scuse per non dare una vera occhiata al funzionamento del mondo e spesso morendo senza essersi mai interrogate seriamente sul senso della loro vita.

L'obiettivo che mi pongo ogni giorno è riuscire a scendere nelle più buie profondità di un concetto per scavarne, succhiarne il significato. Voglio arrivare a parlare faccia a faccia con il processore. Solo lì io conoscerò e sarò assoluto, sempre che sia di fatto una condizione possibile e non utopica. I livelli di comprensione in questo esempio sono 5 o 6, ognuno inconsapevole di cosa ci sia sotto e di cosa ci sia sopra. I livelli di comprensione per ogni evento o concetto reale nel mondo possono essere 2 come possono essere infiniti. Questo complica le cose, ma di fatto è la prova che nessuno ha la verità in tasca. Ciò che ci sembra scontato potrebbe invece esserlo soltanto alla luce dei nostri fragili e immotivati preconcetti, che ci rendono ciechi a tutti gli effetti e incapaci di vedere la realtà per quello che veramente è. E' per questo che adoro il superuomo, perché è una figura utopica che parla e ragiona a livello 0. D'ora in poi, ogni volta che vedrete scritto livello 0 o livello basso, tale espressione non avrà note negative, ma sarà quanto di più logico si possa fare per ottenere una posizione di messa a fuoco perfetta. Il fondo. Ecco un esempio di come un concetto possa essere interpretato a vari livelli di comprensione:
  • livello 4: mi vesto alla moda, perché i vestiti firmati sono indossati da gente famosa
  • livello 3: mi vesto alla moda ma non per seguire la televisione o i vip, bensì perchè i capi alla moda sono di qualità superiore alla media e sono indossati dalla maggior parte delle persone che conosco
  • livello 2: non mi vesto necessariamente alla moda, però se qualcuno mi regala qualche capo firmato sono contento di certo, perché è sinonimo di qualità
  • livello 1: la moda fa schifo. Se mi regalassero un vestito alla moda lo rifiuterei in quanto firmato, perché sono contro la moda, anche se a tutti gli effetti con i miei amici che la pensano come me, vestendomi in determinati modi diventati regole, ho creato e seguo una sottomoda inconsapevolmente
  • livello 0: i vestiti mi servono per coprirmi. Se mi regalano un vestito alla moda lo accetto volentieri in quanto regalo e lo metto pure, allo stesso modo di un vestito non firmato regalatomi in un altra occasione, poiché la moda è un concetto che reputo illogico e non mi appartiene, e proprio per questo non penso ci siano differenze rilevanti tra un D&G e un Oviesse
Penso di essere stato chiaro con questo esempio, e di averne approfittato per dire la mia. Ho infatti utilizzato un caso in cui reputo di essere all'ultimo stadio, pur sempre considerando la possibilità di accogliere in futuro ulteriori livelli di comprensione che mi faranno reputare chiuso il pensiero che ho esposto come livello 0.

martedì 21 dicembre 2010

nouanchenstopmi

visto che mi piace viaggiare, e visto che ho in mente diverse tappe per i prossimi anni, ho deciso di postare un po' di mete che mi sono prefisso, in ordine di prossimità/interesse, in modo tale che se qualcuno passasse per sbaglio a dare un'occhiata mi possa dare qualche consiglio utile o persino qualche opinione arbitraria (forse è un orrore grammaticale, ma tant'è)

Berlino
Ci passerò questo capodanno, accompagnato da un amico che ci ha vissuto per un anno.. Immagino sappia guidarmi adeguatamente attraverso i luoghi di interesse della città, tra cui, conoscendolo, discoteche

Lione
Nonappena avrò un week-end libero mi ci recherò un sabato mattina e mi farò uno sprint esplorativo della madonna.. Mi piacciono un sacco le città medievali

Siena-Monteriggioni
Stessa motivazione e stesso tipo di viaggio. La prima non richiede presentazioni, la seconda è un paesino caratteristico vicino a Siena, circondato da mura e con qualche centinaio di abitanti.. Estremamente affascinante

Amsterdam
Ci farò visita per pasqua. Un conoscente mi ha preparato un itinerario perfetto, tra musei, luci rosse, turismo della droga e curiosità architettoniche. Mi interessa studiare attentamente la città per poterla prendere seriamente in considerazione come città che un giorno ospiterà la mia dimora

Capo Nord
Molto probabilmente il viaggio di quest'estate. Partiremo in camper e saliremo verso il punto più a settentrione d'europa, ben sopra il circolo polare artico. Tra andata e ritorno ci attendono 90 ore di guida, ovviamente a turni... Per un percorso lungo il quale potremo fermarci a visitare città interessanti come Stoccolma, Copenhagen, Rovaniemi, Helsinki, Tallin, Riga, Vilnius, Praga, Cracovia (ovviamente non tutte insieme, faremo una selezione on the fly considerando il tempo a disposizione). Prima o poi le visiterò tutte quante :P

San Pietroburgo
La Russia ha un fascino tutto suo. Il bianco sommerge quasi tutto, lasciando intravedere qua e là qualche palazzo. nel freddo di un inverno la gente conduce la sua vita in un'atmosfera immersa nei sogni.

Praga
Una sorta di unione tra tirolese e est europeo. Semplicemente da sogno. Mi piacerebbe dedicarle una settimana intera, se possibile. Anche qui non escludo un innamoramento cieco e una permanenza prolungata

Barcellona
Sono soprattutto curioso verso la cultura locale, lo stile di vita e il carattere delle persone. Credo sia molto simile a quello irlandese, cosa che non mi dispiacerebbe affatto

Parigi
Sebbene non mi entusiasmi un granchè, ho ricevuto solo pareri positivi a riguardo, e credo quantomeno che sia affascinante dal punto di vista architettonico

Roma
Perchè nessuno me ne ha mai parlato male... a meno che non sia salito su un taxi o abbia tentato di attraversarla in auto

Edimburgo
Castelli, castelli e ancora castelli! Oltre che prati verdi. Oltre che per questi elementi paesaggistici, non ne sono fortemente attratto

sabato 11 dicembre 2010

Paura del silenzio

perché guardi me? qui intorno è tutto immobile. Quando voi festeggiate in compagnia, io mi godo la pace del freddo


giovedì 9 dicembre 2010

C10H14N2

Oggi è stato l'ultimo giorno di un esperimento importante.
Un mese fa ho iniziato a fumare sigarette per sperimentare la dipendenza dalla nicotina. Mi ponevo diverse domande sulle sensazioni, i benefici e le conseguenze dell'assunzione costante di tale veleno. Ho cercato la dipendenza e dopo 3 settimane l'ho trovata, fumando dalle 3 alle 4 sigarette giornaliere. Poco fa ho visto bruciarsi l'ultima scritta CAMEL e formarsi l'ultimo mozzicone. Almeno per quanto mi riguarda, fumare sigarette è privo di benefici.

L'aspetto su cui mi sono concentrato è la natura della dipendenza e della sensazione di volersi accendere una sigaretta: mi immaginavo di arrivare a sentire fastidi gastrointestinali, estremo nervosismo o agitazione.
Invece no, è come quando non si sa cosa si vuole ma si sa di voler qualcosa. Ecco, in quei momenti è la sigaretta. Si tratta di una cosa estremamente psicologica (anche se non posso dirlo con certezza dopo un mese) che gioca anche semplicemente sul gesto di tenerla in mano e guardarla mentre brucia.

Le prime volte che fumavo mi girava la testa; questo mi ha portato a chiedermi, considerato un periodo iniziale di "nausea e sballo" cosa portasse la gente a voler iniziare a fumare... oltre al voler fare esperimenti. Non ho trovato risposta se non nell'atto sociale di entrare a far parte di un gruppo e di integrarsi con un gesto in più... puah

Nicotina: bocciata

Buona notte al mondo

PS: in quanto droga e veleno, fa sorridere il fatto che sia legale nel mondo, ma almeno mi ha permesso di recensire pubblicamente l'esperienza

mercoledì 8 dicembre 2010

Che fai, scrivi al nulla?

No, scrivo per me stesso.
Chissà poi che qualcuno possa casualmente passare di qui e obiettare alle cose che dico...
Mi piacerebbe gestire un blog serio o un sito frequentato... Per ora non è così, ma potrebbe diventarlo!

lunedì 6 dicembre 2010

il pastore errante dell'asia

Eccomi, nudo e pensante, mentre interrogo la luna.
In particolare, mi chiedo in questi giorni quanto faccia bene l'ignoranza, come diceva Leopardi. "L'umanità ha toccato l'apice della sua felicità nell'età della pietra, quando l'ignoranza lasciava spazio all'immaginazione".
Bene, questa non è una verità, o perlomeno, lo è per il 50%.

Da piccolo ero felice? Si, lo ero.

A messa, tutte le domeniche, pregavo affinché i poveri avessero da mangiare. A tavola ringraziavo dio per il cibo ottenuto. Non importava infatti come fosse stato coltivato o allevato, o da dove provenisse. I maccheroni erano nati per essere così, il mio compleanno era un giorno stupendo, alla scuola materna giocavo tutto il tempo e la sera quando mio padre tornava a casa era una festa. Che bello il natale! Che bello il mare, che bella la neve, che buono il latte con i biscotti!
Le domande sul funzionamento del mondo si limitavano a campi così ristretti che chiunque poteva darmi una risposta che mi convincesse.
"Mamma perché mi hai fatto?"
"Perché ti volevo bene" Nessuna domanda conseguente.
"Mamma perché dio ci ha creati?"
"Perché ci voleva bene" Idem.
Non mi veniva certo in mente di chiedere il perché del fatto che un bastone nell'acqua appare storto, o il perché del susseguirsi delle stagioni.

Ero davvero felice.

Man mano che crescevo, le domande si facevano più sostanziose e difficili da digerire e io diventavo sempre più curioso verso argomenti trattati di rado. Fu sufficiente ottenere qualche risposta per iniziare a disprezzare il mondo intero. In prima superiore smisi di entrare in chiesa, di credere in dio. Odiavo tutto quanto. La guerra toglieva il cibo alla gente, e il motivo della guerra era l'avarizia dei potenti. Odiavo la corruzione, odiavo la gente comune, odiavo chi ostentava vestiti firmati, odiavo gli ignoranti, gli assassini, i miei genitori. Ero così lontano dalla felicità che non riuscivo a vedere più in là del mio naso.. E così mi crogiolavo nell'ira verso tutti quanti, mi sentivo incompreso e solo.. ma non facevo nulla, ma soprattutto non mi spingevo più in là con le domande.. Come faccio a essere felice quando realizzo che la vita non ha nessun senso?

In poche parole non avevo capito un cazzo :)

Questo è il pastore errante dell'asia? Forse

Ma non è finita lì, poiché quando ho capito di non aver capito, un mondo di prospettive mi si è rivelato, e la mia linea visiva ha iniziato ad allargarsi a dismisura.
Nella società odierna essere felici è praticamente impossibile.
Hai pulito la macchina? hai fatto ordine in casa? Ti sei messo a posto il ciuffo? Hai messo 13.000 paia di mutande in valigia? Hai comprato anche il dentifricio di scorta? NO!
La gente che nasce e scivola sulla vita, oggi non è felice, ne sono più che convinto. Deve pensare in ogni istante alla propria immagine, all'educazione, al non dire cose sbagliate, a prendersi nel piatto più fette di prosciutto, a organizzare tutto quanto nei minimi dettagli... Così maniacalmente che una previsione meteorologica sbagliata può rovinare una giornata.

I soldi sono un vero e proprio cancro se non trattati con criterio. Un uomo ricco usa i soldi per avere nella sua giornata un sacco di cose a disposizione: vestiti puliti, cibo pronto all'ora di pranzo, una collezione di mazze da golf e di macchine da corsa. Ebbene, cosa succede se una mattina una persona del genere trova una riga sul Ferrari? non sia mai!
Questo perché quando siamo abituati al fatto che tutto ciò che la nostra vita ha da offrirci si concretizza nella materialità dei nostri beni, un piccolo malfunzionamento è sufficiente a destabilizzare il nostro illusorio piacere di vivere.

Nel pensare mi sto liberando di pesi inutili. Mi accorgo che non mi riesce più di arrabbiarmi, o meglio, non per la maggior parte delle cose per cui una persona comune si strappa i capelli. Capisco attraverso il pensiero critico e la meraviglia verso l'universo, che la rottura del mio cellulare o un amico che mi deve dei soldi non rappresenterebbero un grosso problema, cosa che magari sarebbe successa qualche anno fa.


Io mi evolvo naturalmente e ragionevolmente verso la felicità e l'armonia. Sulla mia pelle provo la smentita clamorosa alla teoria del piacere di Leopardi, che accoglievo con convinzione tempo fa.

Un esempio lampante di tutto ciò è il fatto che l'estate scorsa mi sia successa una cosa piuttosto dolorosa, e questo mio dolore era legato al comportamento di due persone importanti per me. Il mio cammino verso questo stato di armonia mi permette di indagare nelle cause dei comportamenti delle persone, e di vedere SEMPRE fragilità e paura come spiegazione all'odio. Ebbene, oggi io ho perdonato completamente.
Ma questo non è assolutamente contemplato dalla gente comune, che avrebbe reagito al posto mio con l'odio. FAIDA E GUIDRIGILDO

CACCIAMOLI A CASA LORO QUESTI IMMIGRATI DI MERDA, VENGONO QUI E STUPRANO LE NOSTRE DONNE

domenica 5 dicembre 2010

non espongo, stavolta chiedo:

perchè mozart è così bello?

sabato 27 novembre 2010

però

i berserkir non sono solo in final fantasy.
Questi guerrieri nordici consacrati ad Odino erano in grado, prima delle battaglie, di entrare in uno stato di trance e furia distruttrice, che li portava ad essere quasi insensibili al dolore fisico, nonché di sfruttare pienamente la potenza dei loro muscoli.
Alteravano sensibilmente la loro percezione, il loro pensiero, il funzionamento del loro sistema nervoso, la loro potenza fisica, per un meccanismo che non comportava l'assunzione di sostanze particolari. Ci arrivavano con la loro testa.
A volte capita anche a me di provare effetti fisiologici su di me anche solamente con dei pensieri. Molto spesso mi accade con la musica. Quando ascolto determinate canzoni (a volte) perdo buona parte della mia ragione, entro in uno stato di esaltazione, mi gira la testa, canto urlando e vengo frustato ogni secondo dai brividi.
Questi aneddoti mi servono per constatare che siamo assolutamente schiavi del nostro cervello. Esso può farci credere qualsiasi cosa, davvero qualsiasi cosa. Il dolore, l'udito, la vista, l'equilibrio... Sono informazioni filtrate da qualcosa che non controlliamo.
Qualsiasi e dico qualsiasi informazione che riceviamo dal mondo si adatta alla nostra percezione della realtà, e ci descrive il mondo come noi lo conosciamo, o pensiamo di conoscerlo. La luce, il suono, lo spazio, il tempo, il ruvido, il trasparente, il bagnato. Pensate singolarmente a ognuno di questi concetti. E' sorprendente come noi non li sappiamo realmente spiegare, o perlomeno ne abbiamo una percezione distorta. Chissà se tu che leggi stai pensando al perché percepisci distintamente le lettere del mio blog o a che cosa siano le lettere stesse.
Qualsiasi verità assoluta è attesa al varco dall'intrinseca stupidità dell'essere umano, e non c'è modo per aggirare questo limite proprio di noi.

PERO' siamo osservatori. L'universo sarebbe fisicamente e chimicamente autosufficiente, anche se non ci fossi tu a sperimentarlo, immerso in esso. Quello che tu chiami il tuo corpo, la materia di cui ti servi, funzionerebbe in tua assenza come funziona ora. E allora cosa sei tu? Perché sei qui? chi ti ha venduto il biglietto per lo spettacolo dell'universo?
Non è una domanda religiosa o mistica!
Anche i tuoi sentimenti, le tue emozioni, i tuoi gusti, sarebbero interpretabili come impulsi nervosi. Ma escludiamo il tatto, escludiamo l'udito, escludiamo il senso dell'equilibrio, della fame e della sete, escludiamo l'olfatto, escludiamo la vista. Che metodi abbiamo ora per interagire con l'universo? Praticamente nessuno. Abbiamo solo i nostri pensieri. Ecco escludiamo anche quelle volgarissime reazioni, per giungere al dunque:

Sebbene qualsiasi cosa possa essere un'illusione, niente potrà mai smentire il fatto che IO esisto

E allora cos'è questo valore aggiunto, che non sarebbe scientificamente necessario a reggere il mondo? Forse l'anima? un'entità che si serve dei pensieri per ancorarsi alla realtà, poiché senza sarebbe incapace di qualsiasi interazione. Cogito ergo sum... Ecco. Ma probabilmente Cartesio non aveva capito l'importanza della sua affermazione.

Cosa siamo? Cosa sono? sono l'unico a essere? Siete tutti quanti proiezioni fasulle del mio cervello? Sono solo?

Forse
Grazie Morgan.. cosa significa? Nulla.

Però...

venerdì 26 novembre 2010

Miserere alla storia (cit)

Gloria a Babele,
rida la Sfinge ancora per millenni
si fabbrichi nel cielo fino a Sirio
schiumino i cavalli sulla Via Lattea
ma quanta vita ha ancora il tuo intelletto
Se dietro a te scompare la tua razza?

la canzone

sabato 13 novembre 2010

zibaldone-one

Sto passando un week end in montagna in solitudine, e devo dire che per ora va tutto a gonfie vele. Mi sono trovato a scrivere tonnellate di seghe mentali che posterò pian piano qui.
Quindi eccomi qui in veste di filo-filosofo dei poveri a definire una volta per tutte la mia filosofia con la mia teoria-del-tutto (oggi mi piacciono i trattini -).
Siccome ho cercato di leggere direttamente dal mio cervello, questa lettura non è per tutti. non me ne vogliate quindi se ho alzato un piccolo ponte levatoio a protezione della fortezza del mio cervello, in modo che non venga consultato da chi volesse farsi i cazzi miei gratuitamente e quindi pericolosamente.

un altro po' di trattini

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File 6

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venerdì 12 novembre 2010

...___...

sto male, ho voglia di partire. Mi piacerebbe prendermi in affitto una stanza in qualche posto nel mondo.. Forse questo è il momento giusto. Nel crescere ho rovinato rapporti con persone e persone hanno rovinato rapporti con me. la situazione non è più risolvibile, tutto è degenerato e non riesco più con le mie forze a ristabilire rapporti umani decenti. per qualche strano meccanismo le persone si fissano sulle loro idee, ne fanno la loro bandiera e quando non tira vento, si mettono a soffiare per non tornare sui loro passi. Non sto bene, non sto bene. Posso far affidamento su poche persone, e io non sono tra quelle poche persone. sono disarmato, sono triste, mi sento un adolescente. Mi sono arreso nello sconforto, non ce la faccio più, sembra un incubo.. Questo non è un intervento per attirare l'attenzione di qualcuno, questa è una richiesta di aiuto... Io non riesco più a risalire da solo. per favore

domenica 7 novembre 2010

Dark Side Of The Moon - Traccia 4

A (povero): i soldi non fanno la felicità!!
B (ricco): chi dice che i soldi non fanno la felicità di solito è povero
C (io): chi dice "chi dice che i soldi non fanno la felicità di solito è povero" di solito è ricco XD

Esiste qualcuno che ha sperimentato le due situazioni con coscienza e possa dire la sua?

lunedì 20 settembre 2010

COLPA

il concetto di colpa è stato introdotto dalle autorità fin dai tempi antichi. se SERGIO il buon cavernicolo dava una clavata in testa a GIOVANNI il vicino di caverna, acquisiva immediatamente la colpa del gesto. Nella storia e nei paesi lo stesso gesto ha avuto conseguenze diverse: una clavata di risposta, l'ergastolo, la pena di morte, una multa da pagare, qualche anno di galera ecc.. Ma in questi giorni mi sono trovato di fronte a un concetto molto particolare, difficile da spiegare. Faccio un esempio:
Io sono MARIO e sono un ambientalista. Faccio cadere per sbaglio la carta del ferrero rocher che stavo mangiando per strada. Il concetto di colpa mi impone di raccoglierlo. Ma io non lo faccio e mi guardo intorno: mozziconi di sigaretta, cicche, cagate di piccione: che io lo voglia o no, la strada è sporca di mille cose schifose. Per quale motivo io devo raccogliere proprio la carta del cioccolatino? per il concetto di colpa, solo per quello. Ma il concetto di colpa è solo un mero modo che il sistema impone alle persone per individuare un colpevole da punire. Il risultato della mia azione, che io lo faccia apposta o no, è che c'è una carta in più per strada. Ma se per esempio raccogliessi un mozzicone anziché la carta? il risultato sarebbe identico.
Oltretutto, perché dovrei raccogliere una cosa e lasciare lì le altre? solo perché l'ho fatta cadere io? è un concetto assolutamente arcaico, perché in una società di persone libere si analizza la causa di un comportamento e si tenta di correggerlo, non lo si punisce. in una società di persone libere, ad esempio, le persone sarebbero ben felici di raccogliere le cartacce per strada, per 2 motivi:
1 - in una società così le carte sarebbero quasi 0 e il gesto di gettare i rifiuti per strada sarebbe involontario
2 - una persona libera raccoglie la carta senza sapere chi sia stato e senza farsi pubblicità, serenamente, per il bene collettivo
Non penso di essere stato troppo chiaro con questo megaesempio, ma vengo al dunque: se domani uccidessero mio padre, il mio dolore sarebbe gigante. Come reagirei con l'assassino? dovrei forse vendicarmi / consegnarlo alla giustizia? la risposta è no, non dovrei farlo. mio padre non tornerà indietro, che io lo voglia o no, in nessun modo. E' morto. la situazione sarebbe quella: cercarne le cause sarebbe solamente frutto della mia paura della morte, la mia rabbia, la mia sete di vendetta.
Tutte puttanate.
Di fatto sarebbe morta una persona, e vendicarmi sull'assassino peggiorerebbe la società di un altro po', oltre che rendermi una persona sgradevole (quindi socialmente accettabile).
Scendendo al basso livello (cosa molto difficile da attuare), non ha nessun senso chiedere scusa. NESSUNO, non serve far capire che ti sei pentito. nemmeno riparare all'errore lo è: la cosa più logica per crescere nell'amore è ragionare sull'esperienza in modo da essere più coscienti la volta dopo, più saggi, più consapevoli.
l'AMORE collettivo è innanzitutto introspezione e crescita personale

mercoledì 1 settembre 2010

Pensieri dall'esilio

1
Non ho mai apprezzato il freddo. Stasera si. Non intendo dire che mi è piaciuta la brezza, non mi sono sentito fresco. Ho sentito freddo. Qualsiasi percezione quotidiana può essere trasformata in esperienza. Ho sofferto il freddo e mi piaceva. Prendo una sensazione negativa e la trasformo in una sensazione positiva. Faccio mio il freddo e lo apprezzo sottoforma di brividi. Faccio mio il dolore e lo apprezzo sottoforma di calore. Due sensazioni diametralmente opposte come il caldo e il freddo possono portare alla stessa esperienza rivelatoria. Sono un essere umano e sento diverse cose. Il piacere fisico di un orgasmo, un cibo che mi piace, una musica che mi fa viaggiare. Sono sensazioni facilmente trasportabili a bene. Un taglio su un dito o una canzone monotona sono difficili da apprezzare, ma non impossibili. Attraverso l'introspezione critica non solo posso cambiare una mia opinione, ma posso cambiare il modo in cui classifico ciò che acquisisco tramite i canali percettivi del mio organismo. Tramite un processo totalmente naturale come il ragionamento io riesco a eludere un processo altrettanto naturale quale l'autodifesa del mio corpo. Sorprendente, sono conscio delle mie sensazioni. Ho appena autoripetuto il brivido di freddo che ho provato prima all'aperto, mentre ora sono al caldo, indosso una felpa e sono comodamente seduto davanti al pc. Disarmante anche soltanto il concetto del controllo di una popolazione. Non è assolutamente possibile controllare il volere della gente in modo efficace quando il controllo di sé è inevitabilmente incompleto. Sono ignorante in materia di buddismo, tuttavia posso lontanamente immaginare cosa significhi nirvana. Io credo che sia raggiungibile in due diversi modi: l'esternazione e la comprensione. Il confortably numb è un chiarissimo esempio di pace dei sensi. Il rifiuto più totale di un sistema di cose comprende anche il rifiuto della materialità che le compone. Io non voglio più sentire parlare di stato, di soldi, di amicizia, di tradimenti, non voglio più sentire emozioni. Ecco qual è il significato del muro di Roger Waters. Questo sistema porta alla pace interiore e credo che si tratti dello stesso sistema utilizzato dai monaci shaolin nel tibet. Utilizzano un rifiuto imposto loro in tenera età per arrivare alla pace senza comprendere il mondo. Per quanto riguarda la seconda via invece, parliamo di una cosa assolutamente utopica e che richiede più di 100 anni di meditazione. Si tratta di inabissarsi nel mondo quotidiano, studiarlo in ogni sua sfaccettatura e amplificare così ogni emozione in maniera esponenziale. Sono in uno stadio simile, sto salendo un gradino verso il nirvana, sempre che così si chiami. Come ricorda Morgan, vi sono 3 livelli di comprensione per ogni evento. Il primo è l'assorbimento spontaneo delle informazioni che lo riguardano, che porta all'apprezzamento superficiale di un'emozione: un omosessuale è contronatura. Il secondo livello è la scoperta, una rivelazione sull'evento stesso che apre gli occhi dell'osservatore: un omosessuale è contronatura, e per questo va aiutato tramite una cura psichiatrica che miri alla normalizzazione dei suoi schemi. Il secondo livello è la comprensione vera, l'accoglimento volontario di un concetto che diventa a tutti gli effetti parte di se: un omosessuale non è sbagliato perchè il concetto di sbagliato è inventato dagli uomini e dalla società. Nel caso specifico l'ultimo livello di comprensione ha come conseguenza diretta la comunione più totale tra esseri umani con caratteristiche diverse e contrastanti. LA PACE. Questo secondo metodo per raggiungere il nirvana è quello che preferisco. Poiché non impone di voltare la testa dall'altra parte, ma di guardare in faccia con coscienza l'uomo che ti sta tirando un pugno in faccia. Fai tuo il pugno, senti il dolore e non piangere, perchè il dolore ti rende vivo. Trasformalo. Il dolore è parte di te. Un pugno in faccia può essere un pretesto per crescere veramente. Non ho mai trovato prima d'ora le parole per descrivere questo concetto. Ora si, cazzo
2
Another brick in the wall. Una canzone spettacolare, racchiusa in poca difficoltà di esecuzione. Ho portato questo esempio per autoconvincermi del fatto che non ci sia bisogno di essere steve vai per comporre una canzone. Il mio muro è l'autocritica, e invece dovrebbe essere il mio trampolino. Escono accordi dissonanti in posizione aperta. Arpeggi carini in tempi dispari, ma nessuna parola. Ogni volta che mi esce qualcosa la blocco perchè mi sembra troppo banale. Devo trovare una combinazione di parole e significato. Come facevano i bluvertigo a trovare così tanti spunti? I temi di un nichilista non possono essere denunce sociali o amore.. sarebbe risalire a livello di normalissimi esseri umani. La canzone perfetta di un nichilista è il silenzio. È per questo che non riesco a proseguire oltre la strumentalità
3
- Non ci sto - disse l'uomo libero e fu ucciso.
- Obbedisco - disse l'uomo saggio e morì due giorni dopo

.....z --- > gonzo

i led zeppelin:, lancio il telecomando ma ha il filo mi ritorna in faccia a velocità prossime a quelle del suono e della luce mischiati paralleli e gialli. accendino con il cane scarico i led zeppelin mi fanno girare la testa con le cornamuse. l’amplificatore fa cagare i bassi raschiano fischiano mischiano mischia distanza ded. ascia bipenne kezzo stacca la testa a un ricco taffy e ceba non sistemano la scheda audio perchè dio è un porco. ruggio non puoi giocare con 5 e 7 puttana la madonna, le cornamuse sono tropo forti. se smetto di scrivere ora la gente crede che sono pazzo, se smetto di scrivere tra un po’ la gente è convinta che io sia pazzo se invece non smetto la gente non crede che io sia pazzo perchè sto occupando la mia vita in modo costruttivo e tutti credono che io stia facendo qualcosa per migliorare la loro vita. se avessi in mano un laciafiamme non lo userei. se avessi in mano il mio cellulare che è davanti a me non potrei scrivere così in fretta. nessuno che legge capisce quanto sto scrivendo in fretta le cose appaiono nella mia testa e vengono scritte. con la velocità suddetta da me stesso medesimo. wealt disney era sia massone che antisionistico. non so se si scrive sionistico o sonico o sionico ma era sicuramente bionico. ruggio crede che berlusconi sia una lieno perchè non invecchia mai e lal linda e la melissa credono in un mondo migliore di questo. dal lago di como la vita sembra più bella, ma c’è il mostro di lochness che si nasconde tra le acque del lago di como e non so perchè perchè lochness non è IL lago di como. ho scritto IL maiuscolo perchè mi sono confuso. invece ORA l’ho scritto intenzionalmente prevenzionalmente mezionando lando. dama stasera non so cosa facesse, io dovevo sistemare la scheda audio che è sempre nei miei pensieri da una settimana. la pesno tanto e le scrivo una cartolina ogni 4 mesi. 1 cartolina ogni 4 mesi in una settimana non ci sta, quindi ho inviato 1/12 cartoline in una settimana e 1 / 12 fa esattamente 0.8 circa, e se ho sbagliato confesso e riconosco di essere una brutta persona. i tasti della mia tastiera sono neri e hanno scritte lettere bianche, ci sono tastiere con i tasti bianchi e le lettere sono nere, anche se a volte sbiadiscono. nessuno ha mai venduto tastiere nere con i tasti neri perchè altrimenti i pianeti si allinerebbero all’istante e poi... i maya lo sapevano. i maya sapevano che sto scrivendo ora ma no nsapevano che mi sarei fermato qui.




ANZI SI

giovedì 15 luglio 2010

WOW!

In una cittadina piccola su un'isola piccola su un pianeta piccolo di sole donne, c'era un solo uomo che si chiamò UOMO. non si chiamava UOMO, proprio si chiamò UOMO da solo. L'anagrafe non esisteva, e ognuno/a sceglieva il suo nome. non c'era nemmeno il battesimo, quindi non esistevano nemmeno i nomi di battesimo.

Quando nasceva una bambina la si chiamava con un codice alfanumerico progressivo identificativo e univoco. Poi quando la bambina raggiungeva la maggiore età, si sceglieva un nome e si chiamava da sola.

C'era una particolarità però. in quel paesino non si potevano chiamare le altre persone, tranne in alcuni casi:
* la persona da chiamare era un uomo
* la persona da chiamare condivideva il colore degli occhi con chi la doveva chiamare
* la persona da chiamare era una collezionista di organi umani

Tutte avevano un udito della madonna per il proprio nome, quindi anche il semplice sussurrarlo avrebbe loro permesso di sentirlo e quindi di essere chiamate. Ciò non era possibile, quindi la gente non poteva nemmeno sussurrare il nome di qualcuno.

UOMO aveva gli occhi neri, ma ciò poco importava, perché soddisfaceva il primo requisito, quindi UOMO era chiamato da tutte quante. Anche quando non serviva, la gente si sentiva in dovere di chiamarlo quando lo vedeva, perché UOMO era un uomo, e questo lo rendeva speciale.

"UOMO!"
"Cosa c'è?"
"Vedideannaffanculo!"

Era speciale sia per le cose belle che per le cose brutte.

In quel paese, poi, c'era una donna che collezionava organi umani. Aveva iniziato per il semplice motivo di poter chiamare la gente perché le piaceva, e poi la cosa si trasformò rapidamente in un'ossessione e una vera e propria vocazione di vita.
Quella donna si chiamò CHIAMO', semplicemente per mettere in difficoltà l'eventuale lettore di una sua storia, e aveva gli occhi blu. CHIAMO', in quanto collezionista di organi umani, era chiamata da tutte all'occorrenza, poco importava che avesse gli occhi blu.

C'era un altro personaggio, era la sceriffa (non c'erano compiti con nomi maschili), e il suo nome era V7738135, perchè non era ancora maggiorenne. Nonostante ciò era bravissima nel suo mestiere, manteneva la cittadina nell'ordine. Aveva gli occhi neri, come UOMO, ma anche a lei non glie ne fregava nulla perchè poteva chiamarlo in ogni caso. Alla gente invece interessava perchè gli occhi neri erano molto diffusi.

Per il discorso del colore degli occhi, la cittadina era frazionata al suo interno. c'erano interi quartieri di persone con gli occhi dello stesso colore, abituate quindi a chiamarsi tranquillamente. UOMO era nomade. abitava in una roulotte, ovunque andasse si trovava a casa sua. CHIAMO' invece abitava nel quartiere blu, in uno scantinato umido e buio.

Il sogno di CHIAMO' era terminare la sua collezione, a qualunque costo. Da quando UOMO divenne adulto e si diede un nome, CHIAMO' decise di andare da lui per chiamarlo e stringere un'amicizia con lui. In particolare voleva avvicinarsi a lui perché lui e solo lui aveva almeno 2 organi che mancavano alla sua collezione di organi umani. Suonò al campanello della sua roulotte, UOMO la fece entrare, lei disse di fare la collezionista di organi umani e lui dimostrò di essere un uomo. i due si scambiarono i nomi e si chiamarono per la prima volta. CHIAMO' chiamò l'uomo UOMO e UOMO chiamò CHIAMO'. Iniziarono a parlare e a scambiarsi opinioni. CHIAMO' sembrava una persona simpatica e sincera agli occhi di UOMO, così l'amicizia si sviluppo' in fretta e senza ostacoli. I due divennero grandi amici nel giro di un mese.

CHIAMO' tuttavia tramava nell'ombra la castrazione fisica di UOMO, al fine di sottrargli i due organi mancanti. UOMO ovviamente non sospettava nulla. Passava il tempo e CHIAMO' si accorse di indugiare sui cattivi pensieri, e di non volere il male di UOMO. In particolare, se CHIAMO' avesse sottratto a UOMO le uniche due cose che lo rendevano un uomo, poi UOMO avrebbe smesso di essere uomo, e a chiamarlo sarebbero state solo le persone con gli occhi neri.. E la loro amicizia sarebbe finita o avrebbe perso di significato, perchè chiamare una persona per nome significava un legame molto forte.

C'era una decisione importante da prendere. CHIAMO' intanto rimandava in continuazione il momento della castrazione, estremamente indecisa.

Un mattino CHIAMO' si recò a casa di UOMO per fare colazione. Appena entrò nella sua roulotte, sorprese UOMO mentre mangiava un piatto di lasagne, con indosso dei pantaloncini blu e una maglietta nera.

"NON SI MANGIANO LE LASAGNE A COLAZIONE!!! CHE SCHIFO!"
"Ma.. Ma io..."
"CHE CAZZO DI ABBINAMENTO DI COLORI E'??? SEI VESTITO IN MODO IMBARAZZANTE!!"
"Ho messo le prime cose che ho trovato in casa.."

Quando UOMO si alzò in piedi per scusarsi, CHIAMO' vide che indossava dei calzini arancioni. Era la goccia che fece traboccare il vaso. CHIAMO' si incazzò così tanto che prese il coltello del pane e dopo un doppio salto mortale mozzò gli attributi di UOMO.

UOMO l'uomo era diventato UOMO l'eunuco.

UOMO era contorto dal dolore e si rotolava per terra, immerso nel suo sangue. CHIAMO' fece in tempo a tornare cosciente per scoprire che UOMO era svenuto sul pavimento. Era cosa conosciuta che quando una persona svenisse bisognava chiamarla con il suo nome, ma CHIAMO' non poteva, perchè aveva gli occhi blu. Allora, pentita, in memoria della loro amicizia, dopo essersi infilata l'ultimo pezzo della collezione in tasca, lo chiamò per nome lo stesso. UOMO rinvenne.

Immediatamente le sirene della città iniziarono a suonare. I cani vennero sguinzagliati ovunque con un megafono in mano (i cani parlavano, erano arruolati nella polizia e avevano gli occhi di tutti i colori). il cielo venne oscurato dagli elicotteri della polizia, che in men che non si dica erano usciti dagli eliporti per cercare CHIAMO'.

V7738135 era di pattuglia da quelle parti, e decise di perquisire la roulotte prima dell'arrivo dei rinforzi, perchè aveva visto che nei film si faceva così. Entrò nella roulotte di UOMO e vide la scena raccapricciante.

"CHE CAZZO E' SUCCESSO QUI???"

A CHIAMO' venne un'idea: dopo aver distratto V7738135, la assalì con il coltello del pane e la pugnalò alla milza. In questa storia la milza è un organo vitale, quindi V7738135 si accasciò a terra morta. CHIAMO' lasciò lì il cadavere dopo avergli cavato gli occhi e trascinò UOMO nelle fogne, per un'auto-operazione chirurgica sommaria. Voleva di nuovo poter chiamare UOMO, e per farlo doveva avere i suoi stessi occhi. Non fece però in tempo a cavare i propri occhi che i due vennero trovati e CHIAMO' venne arrestata immediatamente. In caserma venne perquisita, ma non le trovarono addosso nessun organo umano. Evidentemente li aveva nascosti, ma non rivelò una parola che fosse una, nemmeno dopo ore di tortura. Fu giudicata da un giudice pastore maremmano e fu imprigionata per aggressione e per omicidio doloso a un pubblico ufficiale. Per tutto ciò la pena era l'ergastolo. Ma a lei non importava. Il sogno più grande della sua vita era appena stato realizzato.

UOMO venne ricoverato in ospedale e sopravvisse all'aggressione. Dopo due settimane dall'intervento, andò ad abitare nel quartiere degli occhi neri, dove si iscrisse al coro di voci bianche della zona.


Questa è la storia di due persone che avevano la possibilità di comunicare, e hanno fatto di questa possibilità un dono gigante. E' anche la storia di un sogno realizzato con immensi sacrifici. E' anche la storia di leggi stupide costruite per ostacolare la capacità di espressione. E' anche la storia di cani arruolati nella polizia. E' anche la storia della curiosità per il diverso. E' anche la storia di persone che prima di insultarsi o di complimentarsi, si guardano negli occhi per un istante.

O più semplicemente è la storia malata frutto della mente malata di una persona molto malata.

venerdì 9 luglio 2010

Pregiudizio

il pregiudizio non è nient'altro che il giudizio che diamo a qualcosa di esistente, con cui veniamo in contatto. una casa, un cane, una persona, un evento.
Siamo abituati a condannare i pregiudizi, contemporaneamente però ne siamo totalmente impregnati.. senza esclusioni..
Si perché il pregiudizio è quello che mi dà la possibilità di intuire che la persona che ho davanti sia il mio amico, quando potrebbe essere un sosia piazzato lì da qualcuno.. O più pragmaticamente mi permette di sapere che ciò che c'è nel mio piatto è pastasciutta, non un'anguria tagliata e colorata per sembrare una pastasciutta.
Il pregiudizio è il risultato dell'esperienza, e più viviamo più accumuliamo pregiudizi su cose che hanno segnato, più o meno, la nostra vita. Credo che sia dovuta a questo la chiusura mentale degli anziani.
Se non avessi un pregiudizio non avrei paura, ma ogni volta che vedrei qualcosa, quella sarebbe la prima volta, poiché non ho un metro per rapportarmi alla realtà. So per certo che se entro in una casa posso camminare perfettamente sulle piastrelle, ma se un giorno qualcuno mettesse una trappola sotto una piastrella, io la calpesterei sicuro del fatto che quella era una normalissima piastrella.
Se vedo camminare una persona non italiana, vestita peggio di me e ubriaca, il mio pregiudizio quale dev'essere? C'è chi dice che dovrei considerarlo un pericolo, perché quella persona sarebbe sicuramente uno stupratore, un parassita per la società, un ladro, un pezzente.. C'è chi dice inoltre che quella sarebbe una persona migliore di altre, per la sua gentilezza o il suo distaccamento dai soldi..


Il pregiudizio verso la gente non è nient'altro che la paura delle persone di amare. Ma fino a quanto un pregiudizio mi è utile, e da che punto diventa dannoso?

mercoledì 28 aprile 2010

La Sezione Aurea

Il numero magico.
Non è 1,618033.

Noi esseri umani dobbiamo innanzitutto meravigliarci della bellezza racchiusa nel corpo di una donna.



Non è questione di sessualità, e a parer mio neppure di gusti. Mi stupisco della potenza dell'universo osservando i suoi lineamenti.
Dolci, tenui.
Lei è frutto di milioni di minuscoli miglioramenti, volti a renderla la casa più accogliente del pianeta.


Le sue linee non la rendono prestante, o veloce, o forte.. Il suo scopo è essere adorata, corteggiata. Le sue spalle e la sua vita sono strette perché entrino perfettamente in un abbraccio, la sua schiena inarcata, quanto basta per ricevere e crescere la vita.
Le gambe e i piedi le conferiscono dei movimenti silenziosi, la caratterizzano nella grazia più assoluta.


Ogni parte del suo fisico reca la forma del cerchio, dai talloni ai glutei, dai fianchi ai seni, dalla schiena alle spalle, dal collo alle guance, dalle labbra alla fronte. Ovunque troviamo una funzione asintotica tendente all'infinito.

Non c'è modo di descrivere a sé stessi la meraviglia, se non accorgersi che la perfezione non si trova nell'artificio, quasi mai.

lunedì 19 aprile 2010

Racconti epici

Eccomi qui a raccontare qualche episodio venuto fuori dalle numerose campagne di Dungeons and Dragons di cui io ero il master
Citati nei racconti:
Bel Diego - Nano fisicamente prestante, ha giocato poche volte, peccato :)
Dario - Giocatore serio e altruista, un ranger decisamente OVER POWER
Davide - Ha giocato una volta sola ed era un lucertoloide con la mania della sodomia omosessuale
Enry - Monaco alla Prince of Persia, Uber sotto molti aspetti
Fra - Gnomo, questo è ciò che conta. Deciso a rendere le sessioni divertenti, ci è sempre riuscito
Kezzo - anche lui ha partecipato una volta sola, ma il suo contributo è stato determinante
Mandel - Guerriero di Uretere
Teolo - Chierico buono, servitore di Pelor, giocatore strategico e serio
Tia - In continuo antagonismo con Fra, ha sempre impersonato personaggi forti e cattivi
Vale - Elfa ladra, in strani rapporti sentimentali con Enrico
PNG:
Batstorm - Necromante nobile e distaccato, un po' sfottuto, diventerà il cattivone
Nighwhisper - ladro bersaglio di insulti e sevizie da parte dei giocatori, rimarrà traumatizzato
Mobbuto Webber - Grosso, nero, stupido, brutto, rozzo, ma buono. Indimenticabile compagno

Finita l'infarinatura, inizio col raccontare un aneddoto divertente:
Si tratta della famosa festa estiva che unisce elfi e nani nella pianura del nord, ogni anno. Essa consiste in vari giochi in cui i nostri eroi si cimentarono. Enrico, da bravo monaco, decide di dare la merda a tutti quanti nei 100 metri di corsa (i monaci di qualità corrono a circa 70 km/h). Poi vuole cimentarsi nel lancio del nano, una disciplina in cui si prende un nano imbottito di cuscini per i lunghi baffi e lo si scaglia quanto più lontano si riesca. Come se non bastasse, insiste con lo strafare e partecipa con fra all'arena. Entrambi combattenti di un certo livello, si incontrano in finale. Fra, come ha fatto fino a questo momento, non esita un attimo nel prendere a pugni i coglioni del povero monaco, che passerà il resto della serata in infermeria. Fra, commosso lo va a trovare, e qui i due incontrano due ragazze niente male, una delle quali è gnoma (una barda potentissima)! Il piccolo fra si innamora perdutamente, ma si troverà ad avere tra le mani solo una ciocca di capelli della sua adorata compagna, e deciderà di cercarla per il mondo.
C'è da tenere presente che per mettere a dura prova la sua pazienza, ho introdotto un razzismo collettivo verso gli gnomi. In questo mondo sono considerati quasi come goblin. Il povero fra se ne sentiva dire dietro di tutti i colori ogni volta che entrava in città, fino a quando, stufo di ciò, si è tagliato la barba e ha iniziato a fingere di essere un bimbo (mooolto pericoloso!). C'è anche da dire, per apprezzare meglio il tutto, che il dio che fra adora è in aspra lotta contro il dio dei coboldi, motivo per cui fra ODIA tutti i coboldi.
A tal proposito ricordo di quando il party si intrufolò nel loro villaggio.
I coboldi sono esseri davvero stupidissimi, fregabili con un nonnulla. I nostri hanno intenzione di mettere i coboldi contro i goblin (e viceversa) per combinare un bel pienone (ce la faranno).
FRA: i goblin vogliono muovere guerra contro di voi!
MASSA DI COBOLDI: gnac.. gngmmnm non ci crediamo! mnmnnmm..
FRA: guardate, ho portato la testa del capo dei goblin! *mostra la testa*
MASSA DI COBOLDI: *farfugliano in modo non convinto e si incazzano*
TIA: andiamocene, non sono amichevoli
MASSA DI COBOLDI: chiamate i fratelli Drake!
A questo punto escono da una tenda tre individui decisamente pericolosi, un coboldo stregone, un ogre magi e orco pompatissimo. i nostri si preparano al peggio, consultano gli incantesimi, studiano un modo per uscirne. Dopo la diplomazia fallita e una palla di fuoco che li colpisce in pieno, decidono che è il caso di combattere. Lo stregone viene fatto fuori in men che non si dica. per gli altri due la faccenda è più complessa.
ENRY: ce la facciamo, dai!
DARIO: uso un round di attacco completo, con i miei talenti e la composizione del mio arco posso tirare 6 frecce, ognuna delle quali ha un +1 per il legno scuro. L'arco poi è sacro e aggiunge 2d6 per colpo contro i malvagi. *tira i dadi* (notare che aggiungeva qualcosa come 14 a colpire)
IO: lo colpisci con 5 colpi su 6.
DARIO: *tira silenziosamente i dadi per i danni*
IO: porca troia! l'hai ucciso in un colpo!
FRA: *ride*
IO: aspettate un attimo...
ok, non si dovrebbe fare... errore mio, ma a questo punto non posso farli vincere in questo modo. Per cui decido di pompare vergognosamente i due mostri e farli salire a livelli indicibili di difficoltà.
PARTY: *tutti si lamentano*
IO: scusate, ma l'arco di dario è assolutamente un bug
ENRY: li facciamo fuori lo stesso!
Nei minuti dopo abbiamo tutti avuto la prova di come abbia esagerato a pompare i mostri... I nostri eroi sono stati costretti a lasciare il campo di battaglia a gambe levate per non lasciarci le penne... e ci sono rimasti anche feriti...
EPIC FAIL PER IL MASTER T_T ...scusate...
L'Enry in effetti è sempre stato un giocatore molto ottimista, aveva piena fiducia nelle sue capacità. Effettivamente un monaco è sotto molti aspetti disumano. La sua velocità in corsa era talmente alta che avevamo ipotizzato un'autostrada per soli monaci. Aveva poi la capacità di fermare le frecce afferrandole grazie al suo superiore autocontrollo. Questa capacità gli fu utilissima quando, avendo bisogno di un'imbarcazione per lasciare un'isola, decise di rubarne una con la vale, la sua innegabile amata. il porto pullulava di guardie balestriere appollaiate sui tetti, che iniziarono a scoccare dardi contro la coppia. La vale continuava a remare. Enrico, dopo aver dato la mostruosa propulsione iniziale, salì sulla barca e iniziò ad afferrare frecce in tutta tranquillità, posandole poi in modo ordinato di fianco a sé.
E come dimenticare di quella volta in cui dario e fra sconfissero da soli più di 50 goblin.. Fu un massacro.
I due si erano posizionati su un ponte, insieme ad un treant (un albero vivo), che stava al centro. Loro lo affiancavano. I goblin potevano fare due cose: attaccare il treant (e subire la sua vendetta), oppure attaccare uno di loro due, e subire l'attacco di opportunità del treant. in pratica ne uscirono vincitori con qualche graffietto e con un genocidio di goblin sulla coscienza.
Quella fu una delle poche volte che mi trovai a fare i complimenti per l'ottimo gioco di squadra. I due eroi stavano viaggiando per raggiungere il bosco degli elfi.
Anche Enrico lo stava facendo, ma lui voleva prendere la via più breve, sotto le montagne. Davanti a lui aveva chilometri di percorso a ostacoli, in una via che non era più battuta nemmeno dagli gnomi che abitavano le viscere della terra. Dopo salti sulle pareti e arrampicate impossibili riesce a raggiungere un salone gigante, con delle strane incisioni sulla parete. Decide che tutto il party deve vederle. chiama a raccolta i suoi amici e Fra, che aveva conosciuto Mobbuto, porta con se il suo nuovo amico. Ci sono lunghi pezzi al buio, e Mobbuto ha paura del buio, oltre a essere l'unico che non riesce a vedere senza luce.
IO: Fra, vedi un precipizio davanti a te
DARIO: quanto è lungo il buco?
IO: circa 4 metri
ENRY: ok, salto dall'altra parte *tira*
IO: ce la fai
TEO: evoco l'aquila e mi faccio portare
FRA: salgo con te, tanto è gigante
*tia, vale e dario riescono a saltare*
DARIO: quanto manca alla sala?
IO: aspetta. avete dimenticato Mobbuto
FRA: Mobbuto! dai, vieni!
MOBBUTO: qui buio! io non vede nulla! Padrone perché tu andato via?
FRA: sono qui, devi solo saltare!
Faccio notare che Mobbuto non ha tutti i torti, non vede un cazzo, ha paura, ed è caricato con un'armatura completa, oltre che con tutte le puttanate che gli altri non avevano voglia di portarsi dietro
TIA: è buio, non gli possiamo dare la torcia?
FRA: ma va! non la sprechiamo! E' fortissimo, gli basta un salto! Mobbuto! Fidati del padrone! salta! Segui la mia voce!
*Mobbuto tira per saltare*
*attimo di silenzio*
*passi sgraziati*
*Caduta devastante di Mobbuto in fondo al precipizio*
Mobbuto: AHIA!
I salti mortali per tirarlo fuori... -_- cazzo di Fra

Qui trovate le cronache dell'attuale campagna, scritte da Sara e Enrico
WinWin Cronicles
---> to be continued...

venerdì 9 aprile 2010

Chaos in Progress...

Entrò in casa e posò la pistola ancora calda sul tavolo, mentre il suo respiro riempiva la stanza, e il calore della stufa a gas lo avvolgeva come una coperta. Lo scricchiolio dei suoi passi era ora l'unico rumore che sentiva, eccezione fatta per la grondaia che oscillava al ritmo del vento di dicembre. Si tolse i guanti e si guardò le mani, pallide come se fosse sottoterra da giorni.
Quella sera aveva capito tutto.
Si sedette contro lo spoglio muro del suo monolocale e si tolse il berretto di lana. Il suo viso, solcato da lacrime di ghiaccio, si contraeva a intermittenza, a seconda delle immagini che gli sfrecciavano nella testa. Ma certo, ora aveva il quadro della situazione. Fin da piccolo gli erano state rifilate storie malate, che non erano riuscite a farlo sentire a posto, e a spiegargli perché le altre persone lo guardavano storto, come un mostro. - Sei candido come un angelo amore mio! - la voce di sua mamma gli risuonava nel cervello, e mentre cercava di scacciare il pensiero si tolse gli scarponi gocciolanti. Candido, certo. Non era mai piaciuto a nessuno quel candore. - Un angelo non può essere triste come me - pensava da piccolo, - altrimenti nessuno al mondo potrebbe non esserlo -.
Erano 20 anni che faceva parte di quell'incubo schifoso, e solo quella notte capì.
Nulla era reale. Il mondo era stato architettato da qualcuno e lui era il fottuto esperimento di quel qualcuno. Questo spiegava tutto: nessuno era gentile con lui, era un esperimento per testare le sue capacità di socializzazione; era sempre trattato in modo speciale, per forza, era il protagonista! Non aveva né amici né una compagna perché se avesse avuto persone accanto si sarebbe accorto di tutti gli sbagli che il creatore aveva commesso...
Ora la sua faccia era plasmata da un sorriso isterico, e i suoi occhi rosso sangue fissavano divertiti le medicine sul tavolo. Erano servite per tenerlo buono e limitare le sue potenzialità intellettive; non doveva scoprire quello che per caso aveva scoperto. La sua malattia mentale era un altro deterrente per mettere una toppa alle sue domande circa il colore della sua pelle o dei suoi capelli. - I veri uomini devono essere come me – concluse, - ciò che sono io è la normalità. Tutti questi manichini colorati sono strani. Sono loro i mostri! Nel mondo reale l'umanità abita sicuramente sotto terra.. O in un qualche posto al buio, nessuno può stare alla luce del sole, esattamente come me! -
Era incredibile come tutto tornasse.
- Sono prigioniero, cazzo, sono prigioniero di una dannata illusione. Come mi sveglio? -
Ora che aveva ucciso suo padre, nessuno di familiare abitava quella falsa realtà. Doveva trovare il modo per uscirne. Si guardò intorno. Stufa, cesso, divano, TV, finestra, frigo, forno, sedia, tavolo... Pistola.
Aveva trovato il sistema per liberarsi.
Si alzò, si tolse il cappotto e lo lasciò cadere a terra; individuò il sensore antincendio sul soffitto, da cui veniva spiato giorno e notte, lo svitò e lo mise sotto la giacca; si diresse verso l'angolo cottura e, fermatosi davanti al tavolo, prese la Colt e se la puntò sotto il mento.
Rideva.
L'ultimo suono che uscì dalle sue labbra fu pronunciato un secondo prima che premesse il grilletto:
- Vi ho fregati -.