martedì 28 dicembre 2010

Interazioni fondamentali - 1

niente file e niente indovinelli. Pessima idea. Mi sono venduto alla possibilità di essere rintracciato dai motori di ricerca..

Iniziare è molto più complesso di quanto immaginassi che fosse.
Dunque, la mia intenzione in queste pagine è fotografare la mia persona, in modo da mettere, o perlomeno provarci, nero su bianco, quanto io pensi di tutto. Non voglio scrivere un libro, né tantomeno pubblicare ciò che scrivo. Questa raccolta di pensieri serve prima di tutto a me: mi permette infatti di fare chiarezza su ciò che mi passa per la mente, costringendomi contemporaneamente a mettere in dubbio ogni cosa che penso, per arrivare forse a modificare e raddrizzare qualche concetto, secondo il sacrosanto principio della razionalità e del metodo scientifico. Spero di accelerare un po' con la scrittura, poiché ora come ora, ad ogni punto che digito, mi fermo una manciata di secondi per pensare a cosa scrivere dopo. Certo, gli argomenti da trattare sono davvero tanti, e io non mi sono nemmeno fatto una scaletta. Questo infatti è importante, perché non voglio che nessuno si senta obbligato a leggere il mio lavoro. Quindi non ci saranno capitoli, non ci saranno note a fondo pagina, non ci saranno indici né titoli di tanto in tanto. Questo è il brainstorming un pelo più organizzato di una persona estremamente riflessiva quale sono io. Non sarò modesto nel descrivermi, come non mi sbilancerò nell'esaltarmi; insomma l'obiettivo è propriamente quello di vivisezionare per quanto possibile le mie idee, nella speranza di migliorarmi ancora e ancora. Le frasi che butterò giù qui dentro potrebbero risultare pesanti e parecchio difficili da comprendere per la maggior parte delle persone che conosco, per cui non mancheranno i fraintendimenti. Ecco, mi proteggo da questo eventuale meccanismo. Per te possibile lettore, le mie parole potrebbero sembrare uno sfogo adolescenziale, una scenata da immaturo, una cosa inutile, una richiesta di attenzioni, un gioco infantile. La mia risposta è: potrebbe essere, potrebbe non essere. I miei pensieri si evolveranno ulteriormente nella mia vita, ne sono certo perché è il mio unico obiettivo. Non voglio occupare l'asia, l'oceania e un terzo continente. Non voglio occupare 18 stati a caso con due armate. Io voglio capire perché gli stati siano 42, perché il mare sia verde oliva, perché si possa passare dall'africa del nord al brasile utilizzando un carro armato. Non userò termini specifici e non sarò ermetico; utilizzerò parole di conoscienza comune così da non ostacolare un eventuale e coraggioso lettore. Inoltre, per come sono fatto, tendo a spiegare le cose per punti e procedendo da diversi presupposti, così da non dovermi fermare per fare parentesi enormi, ogni volta che entra in gioco una variabile nuova. La parte interessante quindi potrebbe venire verso la fine di ogni tesi. Questo renderà il tutto più noioso da seguire, ma sicuramente non darò nulla per scontato, e se qualcuno avrà voglia e dimostrerà un'iniziale dose di buona volontà, scoprirà certo che non si troverà mai a fermarsi perché dico cose che capisco solo io.

Mega-premessa finita

Ora mi trovo in montagna, precisamente a Barzio, un paese in provincia di Lecco. E' il classico paesino di montagna, tranquillo, silenzioso, fresco, talmente affascinante da spingermi a passare un week end in compagnia di me stesso, per praticare ciò in cui riesco meglio: pensare, riflettere. Questo ultimo termine in particolare mi piace molto, sembra che dia l'idea di come un concetto possa essere ripassato e compreso su più livelli, come piace dire a me. Potrei infatti, e sarebbe a questo punto logico, partire con lo spiegare il concetto dei livelli a me tanto caro, che mi accompagnerà nell'esporre tutto il resto:

Un computer non è altro che un insieme di pezzi di ferro e silicio assemblati secondo precise regole evolutesi nel corso degli anni. Esso si propone, in ogni ambito e contesto, di migliorare la vita degli esseri umani fornendo informazioni preziose o eseguendo compiti che altrimenti richiederebbero più tempo o più impegno, o addirittura sarebbero impossibili. Parlo di computer quando cito calcolatrici, PC, telefoni cellulari, telecomandi, automobili, termometri elettronici. Per svolgere il proprio compito, un computer deve saper comunicare. A tal proposito, una calcolatrice ha dei tasti numerati e uno schermo; un PC ha un monitor più o meno grande e delle casse, una tastiera, un mouse; un telefono cellulare ha un'antenna. Queste cose si chiamano periferiche, e sebbene tutto ci faccia pensare al contrario, non sono parte di esso. Esse sono strumenti al suo servizio. Posso paragonare un computer a una persona se dico che come una persona ha un cervello, un computer ha un sistema operativo; come una persona ha degli occhi, un computer può essere dotato di web cam; come una persona ha delle corde vocali e un cavo orale, un computer può essere collegato a delle casse; come una persona si serve di un corpo fisico, un computer solitamente è limitato in una scatola più o meno grossa e dalle svariate forme. Il processore è l'unico componente di un computer in grado di emulare in modo più o meno efficiente il pensiero di un essere vivente. Esso acquisisce informazioni dal mondo tramite microfoni, fax, tessere magnetiche, chiavette USB, webcam e le trasforma per renderle adatte a svolgere il loro scopo. Dopodichè, un computer non si tiene mai le informazioni per se: infatti le comunica all'esterno, trasformate secondo regole stabilite da un uomo, tramite schermi, casse, o le stesse chiavette USB. Ecco che le informazioni arrivano all'essere umano che può trarne vantaggi diretti. Oppure un computer può usare le informazioni per mettere in atto meccanismi, i quali senza trasporto di informazioni possono aiutare un essere vivente. Qualche esempio: io sto scrivendo su una tastiera, inviando informazioni al processore, il quale le trasforma, secondo regole ideate da chi l'ha costruito, in lettere. Dopodichè invia le lettere allo schermo, che me le stampa a video su una pagina bianca. Ecco che le informazioni che io immetto mi servono per capire se sto scrivendo correttamente o sto dimenticando lettere, oppure mi servono per rileggere ciò che sto scrivendo. Queste informazioni vengono anche stipate all'interno di un'altra periferica, chiamata disco fisso, per essere conservate ed essere visualizzate qualora ne avrò bisogno in futuro. Ecco come il mio netbook sta migliorando la mia vita. Un altro esempio è un tappeto mobile di quelli comuni nelle palestre. Acquisisce l'informazione semplicissima ON, il suo processore la trasforma secondo regole precise e capisce che l'informazione deve essere usata per attivare la periferica TAPPETO. Se poi voglio variare la velocità posso premere un altro pulsante, che invierà informazioni diverse al processore, il quale obbedirà e ordinerà a un'altra periferica di intervenire. Ma forse il mio tappeto elastico ha un monitor piccino nel quale mi spiega cosa sta succedendo: a questo punto, il processore, una volta ricevuta un'informazione da me, me ne dovrà restituire un'altra: se io lo accendo, il processore può inviare allo schermo l'ordine di visualizzare ON in alto a destra, o di illuminarsi. Se io aumento la velocità, il processore capirà che voglio cambiare un parametro che è già presente nel computer, e andrà a cercare il valore velocità all'interno di un disco fisso nella macchina. Cambierà quel valore, mettiamo, da 5 a 6 e da quel momento la macchina si comporterà diversamente. Questa è una panoramica generale del funzionamento di un computer. E' importante sapere che l'informazione non è altro che elettricità. Se in un dato momento in un dato circuito passerà elettricità, il computer otterrà un'informazione. Se al contrario non passerà, il computer capirà un'altra cosa. I componenti di un computer sono costruiti in modo da capire quando in un dato punto passa elettricità e quando no. Per rendere la cosa di facile dominio anche per gli esseri umani, si parla, anziché di corrente o non-corrente, di 0 e di 1. Più combinazioni di 0 e di 1 insieme possono, sempre secondo regole precise, costituire informazioni più complesse. Ad esempio, io posso interpretare lo 00 come off, spegniti; lo 01 come on, accenditi; l'10 come aumenta la velocità; l'11 come diminuisci la velocità. Ecco che inviando 2 impulsi (chiamati bit), posso dare 4 ordini diversi al mio tappeto elastico.

Ora complico un po' le cose, e per farlo sono comodo a usare come esempio il comunissimo PC che quasi tutti abbiamo in casa. Un software è un insieme di informazioni stipate in una memoria all'interno di un computer, interpretate in un certo modo, atte a svolgere un compito preciso. Se io pigio il bottone con la lettera A, il mio computer, tramite delle regole ottenute da un software, esegue un'operazione. Di fatto il software non esiste a livello fisico, è fatto da un insieme di cariche elettriche disposte ordinatamente in memoria in modo tale che possano essere lette e possano servirsi della macchina stessa per svolgere compiti precisi. Il software più importante di tutti è il sistema operativo. Questo software privilegiato, viene avviato e approntato ogni volta che accendiamo un computer. Esso è un software molto grosso che permette al processore di comunicare in modo efficiente parlando la stessa lingua con le periferiche, quali tastiera, schermo o mouse, o semplicemente il disco fisso. Il sistema operativo poi, può comunicare con una vasta gamma di software minori, che svolgono compiti più mirati. Ad esempio Word, famoso programma di scrittura, è un software che può essere installato su un sistema operativo windows, poiché non conosce una lingua con cui dialogare e scambiare informazioni con un sistema linux. Firefox è un software costruito in più versioni per poter scambiare informazioni con linux e con windows. Ecco che entra finalmente in scena il concetto dei livelli: esiste un livello basso in cui il processore comunica con lo schermo tramite il sistema operativo. Esiste un livello un po' più alto in cui il sistema operativo utilizza le informazioni scambiate con il processore per comunicare ad esempio con un software che utilizza lo schermo, quale ad esempio word.
Ci sono poi altri software chiamati framework. Essi si installano sopra un sistema operativo, allo stesso modo di word o firefox, solo che il loro compito è molto più interessante: sono infatti delle solide piattafome sulle quali si possono installare software che non potrebbero comunicare con il sistema operativo installato, poiché non sono stati ideati per conoscere il linguaggio appropriato. Esempio pratico: per visualizzare i voti di mio figlio, sono stato invitato a recarmi sul sito della scuola, sul quale ho la possibilità di scaricare la sua pagella. La sua pagella però, può essere letta da un software apposito, che comunica con java, un noto framework. Ecco che quindi mi viene chiesta dal sito l'installazione di java. Una volta installato java, ho la mia bella piattaforma per far girare correttamente il programma richiesto, il quale leggerà le mie informazioni utili e me le stamperà a video. Ecco, ci sono vari livelli per descrivere questo meccanismo:
  • il programma legge la pagella e invia le informazioni al framework java, poiché non conosce minimamente quello che c'è sotto di esso
  • java acquisisce le informazioni, non sapendo che costituiscono una pagella, e comunica con il sistema operativo come sa ben fare
  • il sistema operativo ha in mano delle informazioni astruse e a lui incomprensibili, le passa alla parte centrale del sistema operativo, il quale comunica le informazioni al processore
  • il processore non sa nulla di ciò che è avvenuto sopra di lui, ottiene le informazioni insieme agli ordini circa il modo con cui deve trattarle, capisce che devono essere inviate allo schermo e le trasforma in un formato adatto. A questo punto le restituisce al sistema operativo
  • il sistema operativo ha in mano di nuovo informazioni per lui incomprensibili, le gira al software che gestisce lo schermo
  • Ultimo passaggio: il software che gestisce lo schermo comunica direttamente con il monitor facendo fisicamente apparire i voti di nostro figlio davanti ai nostri occhi.
Ora, quello che va capito di tutto ciò, è che sono partito da un browser internet per arrivare ad avere in mano i voti di mio figlio, senza di fatto sapere un cazzo di quello che è avvenuto all'interno del PC.

Queste sono le persone ordinarie.

Loro scambiano informazioni con il mondo esterno, inconsapevoli sia di quali siano i meccanismi che la mente attua per elaborarle, sia di quali siano le vere origini, i motivi, il senso, la consistenza, il significato vero di tali informazioni. Vivono la loro vita con convinzioni INCONSISTENTI su quanto le circonda senza porsi importantissime domande, barricandosi dietro scuse per non dare una vera occhiata al funzionamento del mondo e spesso morendo senza essersi mai interrogate seriamente sul senso della loro vita.

L'obiettivo che mi pongo ogni giorno è riuscire a scendere nelle più buie profondità di un concetto per scavarne, succhiarne il significato. Voglio arrivare a parlare faccia a faccia con il processore. Solo lì io conoscerò e sarò assoluto, sempre che sia di fatto una condizione possibile e non utopica. I livelli di comprensione in questo esempio sono 5 o 6, ognuno inconsapevole di cosa ci sia sotto e di cosa ci sia sopra. I livelli di comprensione per ogni evento o concetto reale nel mondo possono essere 2 come possono essere infiniti. Questo complica le cose, ma di fatto è la prova che nessuno ha la verità in tasca. Ciò che ci sembra scontato potrebbe invece esserlo soltanto alla luce dei nostri fragili e immotivati preconcetti, che ci rendono ciechi a tutti gli effetti e incapaci di vedere la realtà per quello che veramente è. E' per questo che adoro il superuomo, perché è una figura utopica che parla e ragiona a livello 0. D'ora in poi, ogni volta che vedrete scritto livello 0 o livello basso, tale espressione non avrà note negative, ma sarà quanto di più logico si possa fare per ottenere una posizione di messa a fuoco perfetta. Il fondo. Ecco un esempio di come un concetto possa essere interpretato a vari livelli di comprensione:
  • livello 4: mi vesto alla moda, perché i vestiti firmati sono indossati da gente famosa
  • livello 3: mi vesto alla moda ma non per seguire la televisione o i vip, bensì perchè i capi alla moda sono di qualità superiore alla media e sono indossati dalla maggior parte delle persone che conosco
  • livello 2: non mi vesto necessariamente alla moda, però se qualcuno mi regala qualche capo firmato sono contento di certo, perché è sinonimo di qualità
  • livello 1: la moda fa schifo. Se mi regalassero un vestito alla moda lo rifiuterei in quanto firmato, perché sono contro la moda, anche se a tutti gli effetti con i miei amici che la pensano come me, vestendomi in determinati modi diventati regole, ho creato e seguo una sottomoda inconsapevolmente
  • livello 0: i vestiti mi servono per coprirmi. Se mi regalano un vestito alla moda lo accetto volentieri in quanto regalo e lo metto pure, allo stesso modo di un vestito non firmato regalatomi in un altra occasione, poiché la moda è un concetto che reputo illogico e non mi appartiene, e proprio per questo non penso ci siano differenze rilevanti tra un D&G e un Oviesse
Penso di essere stato chiaro con questo esempio, e di averne approfittato per dire la mia. Ho infatti utilizzato un caso in cui reputo di essere all'ultimo stadio, pur sempre considerando la possibilità di accogliere in futuro ulteriori livelli di comprensione che mi faranno reputare chiuso il pensiero che ho esposto come livello 0.

martedì 21 dicembre 2010

nouanchenstopmi

visto che mi piace viaggiare, e visto che ho in mente diverse tappe per i prossimi anni, ho deciso di postare un po' di mete che mi sono prefisso, in ordine di prossimità/interesse, in modo tale che se qualcuno passasse per sbaglio a dare un'occhiata mi possa dare qualche consiglio utile o persino qualche opinione arbitraria (forse è un orrore grammaticale, ma tant'è)

Berlino
Ci passerò questo capodanno, accompagnato da un amico che ci ha vissuto per un anno.. Immagino sappia guidarmi adeguatamente attraverso i luoghi di interesse della città, tra cui, conoscendolo, discoteche

Lione
Nonappena avrò un week-end libero mi ci recherò un sabato mattina e mi farò uno sprint esplorativo della madonna.. Mi piacciono un sacco le città medievali

Siena-Monteriggioni
Stessa motivazione e stesso tipo di viaggio. La prima non richiede presentazioni, la seconda è un paesino caratteristico vicino a Siena, circondato da mura e con qualche centinaio di abitanti.. Estremamente affascinante

Amsterdam
Ci farò visita per pasqua. Un conoscente mi ha preparato un itinerario perfetto, tra musei, luci rosse, turismo della droga e curiosità architettoniche. Mi interessa studiare attentamente la città per poterla prendere seriamente in considerazione come città che un giorno ospiterà la mia dimora

Capo Nord
Molto probabilmente il viaggio di quest'estate. Partiremo in camper e saliremo verso il punto più a settentrione d'europa, ben sopra il circolo polare artico. Tra andata e ritorno ci attendono 90 ore di guida, ovviamente a turni... Per un percorso lungo il quale potremo fermarci a visitare città interessanti come Stoccolma, Copenhagen, Rovaniemi, Helsinki, Tallin, Riga, Vilnius, Praga, Cracovia (ovviamente non tutte insieme, faremo una selezione on the fly considerando il tempo a disposizione). Prima o poi le visiterò tutte quante :P

San Pietroburgo
La Russia ha un fascino tutto suo. Il bianco sommerge quasi tutto, lasciando intravedere qua e là qualche palazzo. nel freddo di un inverno la gente conduce la sua vita in un'atmosfera immersa nei sogni.

Praga
Una sorta di unione tra tirolese e est europeo. Semplicemente da sogno. Mi piacerebbe dedicarle una settimana intera, se possibile. Anche qui non escludo un innamoramento cieco e una permanenza prolungata

Barcellona
Sono soprattutto curioso verso la cultura locale, lo stile di vita e il carattere delle persone. Credo sia molto simile a quello irlandese, cosa che non mi dispiacerebbe affatto

Parigi
Sebbene non mi entusiasmi un granchè, ho ricevuto solo pareri positivi a riguardo, e credo quantomeno che sia affascinante dal punto di vista architettonico

Roma
Perchè nessuno me ne ha mai parlato male... a meno che non sia salito su un taxi o abbia tentato di attraversarla in auto

Edimburgo
Castelli, castelli e ancora castelli! Oltre che prati verdi. Oltre che per questi elementi paesaggistici, non ne sono fortemente attratto

sabato 11 dicembre 2010

Paura del silenzio

perché guardi me? qui intorno è tutto immobile. Quando voi festeggiate in compagnia, io mi godo la pace del freddo


giovedì 9 dicembre 2010

C10H14N2

Oggi è stato l'ultimo giorno di un esperimento importante.
Un mese fa ho iniziato a fumare sigarette per sperimentare la dipendenza dalla nicotina. Mi ponevo diverse domande sulle sensazioni, i benefici e le conseguenze dell'assunzione costante di tale veleno. Ho cercato la dipendenza e dopo 3 settimane l'ho trovata, fumando dalle 3 alle 4 sigarette giornaliere. Poco fa ho visto bruciarsi l'ultima scritta CAMEL e formarsi l'ultimo mozzicone. Almeno per quanto mi riguarda, fumare sigarette è privo di benefici.

L'aspetto su cui mi sono concentrato è la natura della dipendenza e della sensazione di volersi accendere una sigaretta: mi immaginavo di arrivare a sentire fastidi gastrointestinali, estremo nervosismo o agitazione.
Invece no, è come quando non si sa cosa si vuole ma si sa di voler qualcosa. Ecco, in quei momenti è la sigaretta. Si tratta di una cosa estremamente psicologica (anche se non posso dirlo con certezza dopo un mese) che gioca anche semplicemente sul gesto di tenerla in mano e guardarla mentre brucia.

Le prime volte che fumavo mi girava la testa; questo mi ha portato a chiedermi, considerato un periodo iniziale di "nausea e sballo" cosa portasse la gente a voler iniziare a fumare... oltre al voler fare esperimenti. Non ho trovato risposta se non nell'atto sociale di entrare a far parte di un gruppo e di integrarsi con un gesto in più... puah

Nicotina: bocciata

Buona notte al mondo

PS: in quanto droga e veleno, fa sorridere il fatto che sia legale nel mondo, ma almeno mi ha permesso di recensire pubblicamente l'esperienza

mercoledì 8 dicembre 2010

Che fai, scrivi al nulla?

No, scrivo per me stesso.
Chissà poi che qualcuno possa casualmente passare di qui e obiettare alle cose che dico...
Mi piacerebbe gestire un blog serio o un sito frequentato... Per ora non è così, ma potrebbe diventarlo!

lunedì 6 dicembre 2010

il pastore errante dell'asia

Eccomi, nudo e pensante, mentre interrogo la luna.
In particolare, mi chiedo in questi giorni quanto faccia bene l'ignoranza, come diceva Leopardi. "L'umanità ha toccato l'apice della sua felicità nell'età della pietra, quando l'ignoranza lasciava spazio all'immaginazione".
Bene, questa non è una verità, o perlomeno, lo è per il 50%.

Da piccolo ero felice? Si, lo ero.

A messa, tutte le domeniche, pregavo affinché i poveri avessero da mangiare. A tavola ringraziavo dio per il cibo ottenuto. Non importava infatti come fosse stato coltivato o allevato, o da dove provenisse. I maccheroni erano nati per essere così, il mio compleanno era un giorno stupendo, alla scuola materna giocavo tutto il tempo e la sera quando mio padre tornava a casa era una festa. Che bello il natale! Che bello il mare, che bella la neve, che buono il latte con i biscotti!
Le domande sul funzionamento del mondo si limitavano a campi così ristretti che chiunque poteva darmi una risposta che mi convincesse.
"Mamma perché mi hai fatto?"
"Perché ti volevo bene" Nessuna domanda conseguente.
"Mamma perché dio ci ha creati?"
"Perché ci voleva bene" Idem.
Non mi veniva certo in mente di chiedere il perché del fatto che un bastone nell'acqua appare storto, o il perché del susseguirsi delle stagioni.

Ero davvero felice.

Man mano che crescevo, le domande si facevano più sostanziose e difficili da digerire e io diventavo sempre più curioso verso argomenti trattati di rado. Fu sufficiente ottenere qualche risposta per iniziare a disprezzare il mondo intero. In prima superiore smisi di entrare in chiesa, di credere in dio. Odiavo tutto quanto. La guerra toglieva il cibo alla gente, e il motivo della guerra era l'avarizia dei potenti. Odiavo la corruzione, odiavo la gente comune, odiavo chi ostentava vestiti firmati, odiavo gli ignoranti, gli assassini, i miei genitori. Ero così lontano dalla felicità che non riuscivo a vedere più in là del mio naso.. E così mi crogiolavo nell'ira verso tutti quanti, mi sentivo incompreso e solo.. ma non facevo nulla, ma soprattutto non mi spingevo più in là con le domande.. Come faccio a essere felice quando realizzo che la vita non ha nessun senso?

In poche parole non avevo capito un cazzo :)

Questo è il pastore errante dell'asia? Forse

Ma non è finita lì, poiché quando ho capito di non aver capito, un mondo di prospettive mi si è rivelato, e la mia linea visiva ha iniziato ad allargarsi a dismisura.
Nella società odierna essere felici è praticamente impossibile.
Hai pulito la macchina? hai fatto ordine in casa? Ti sei messo a posto il ciuffo? Hai messo 13.000 paia di mutande in valigia? Hai comprato anche il dentifricio di scorta? NO!
La gente che nasce e scivola sulla vita, oggi non è felice, ne sono più che convinto. Deve pensare in ogni istante alla propria immagine, all'educazione, al non dire cose sbagliate, a prendersi nel piatto più fette di prosciutto, a organizzare tutto quanto nei minimi dettagli... Così maniacalmente che una previsione meteorologica sbagliata può rovinare una giornata.

I soldi sono un vero e proprio cancro se non trattati con criterio. Un uomo ricco usa i soldi per avere nella sua giornata un sacco di cose a disposizione: vestiti puliti, cibo pronto all'ora di pranzo, una collezione di mazze da golf e di macchine da corsa. Ebbene, cosa succede se una mattina una persona del genere trova una riga sul Ferrari? non sia mai!
Questo perché quando siamo abituati al fatto che tutto ciò che la nostra vita ha da offrirci si concretizza nella materialità dei nostri beni, un piccolo malfunzionamento è sufficiente a destabilizzare il nostro illusorio piacere di vivere.

Nel pensare mi sto liberando di pesi inutili. Mi accorgo che non mi riesce più di arrabbiarmi, o meglio, non per la maggior parte delle cose per cui una persona comune si strappa i capelli. Capisco attraverso il pensiero critico e la meraviglia verso l'universo, che la rottura del mio cellulare o un amico che mi deve dei soldi non rappresenterebbero un grosso problema, cosa che magari sarebbe successa qualche anno fa.


Io mi evolvo naturalmente e ragionevolmente verso la felicità e l'armonia. Sulla mia pelle provo la smentita clamorosa alla teoria del piacere di Leopardi, che accoglievo con convinzione tempo fa.

Un esempio lampante di tutto ciò è il fatto che l'estate scorsa mi sia successa una cosa piuttosto dolorosa, e questo mio dolore era legato al comportamento di due persone importanti per me. Il mio cammino verso questo stato di armonia mi permette di indagare nelle cause dei comportamenti delle persone, e di vedere SEMPRE fragilità e paura come spiegazione all'odio. Ebbene, oggi io ho perdonato completamente.
Ma questo non è assolutamente contemplato dalla gente comune, che avrebbe reagito al posto mio con l'odio. FAIDA E GUIDRIGILDO

CACCIAMOLI A CASA LORO QUESTI IMMIGRATI DI MERDA, VENGONO QUI E STUPRANO LE NOSTRE DONNE

domenica 5 dicembre 2010

non espongo, stavolta chiedo:

perchè mozart è così bello?