giovedì 15 dicembre 2011

A Natale siamo tutti più buoni


Ed è proprio vero! Per le strade la gente sorride, imbacuccata nelle sciarpe si lascia travolgere da questa ondata di irresistibile senso di unità. Si perchè la festa unisce, e la gente comune lo sa. Sa, ad esempio, che comunque vadano le cose, il 25 mattina tutti i bambini del mondo si alzeranno e troveranno sotto l'albero dei doni. Sa anche che durante il pranzo natalizio le famiglie, ebree, islamiche, ma anche normali, si troveranno per abbuffarsi in compagnia. Grandi e piccini si aspettano regali, si aspettano di mangiare come dei facoceri, o più semplicemente si aspettano le ferie.
Tutto nasce 2011 anni fa, in un letamaio in medio oriente. Venne alla luce un bambino che sarebbe stato la guida per i popoli (o perlomeno quelli eletti) e che avrebbe successivamente pronunciato la famosa frase:

"Ragazzi, va bene buoni, ma coglioni no!"

Ed è proprio sulla scia di questo immortale insegnamento che anche al giorno d'oggi, anche a natale, anche nel momento più magico dell'anno, le persone pongono saggiamente un limite alla loro bontà, nel rispetto religioso della parabola.
Negli ultimi anni ho portato avanti uno studio statistico che ha come campione un estratto sociale variegato e si basa sul numero di sorrisi rilevati in un arco di tempo fisso. Ho notato che la funzione gaussiana ha un limite ben preciso, che ho chiamato per l'appunto il limite del coglione, al quale la bontà della gente si avvicina con una cadenza asintotica, per poi ritornare ai livelli standard nei giorni successivi alle feste. Ecco il mio studio riassunto in un grafico:


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